Provincia di Chieti, il Pd sollecita Di Giuseppantonio per possibile accorpamento con Pescara

camillo_damicoChieti. “La campagna elettorale ha il merito di mettere in letargo alcuni argomenti non certo di annullarli o sospenderli. Sarà così che, la vicenda del riordino delle province, potrà essere una delle priorità d’impegno programmatico del prossimo governo”.

Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Il nostro augurio è che questo sia presieduto da Pierluigi Bersani; ciò non significherà che, l’enorme impatto mediatico ed umorale porta con sé la vicenda del riordino delle province, riparta con effetto immediato. I risparmi riposti nel riordino, che sostanziano una riorganizzazione degli uffici della pubblica amministrazione che alle province sono legati, la fatica e le energie profuse nella legislatura precedente, la forte ascendenza ed attenzione che prende la pubblica opinione sono argomenti forti per un governo che vorrà apparire decisionista. Lo sarà per qualsiasi governo. Noi siamo per la ripresa della discussione laddove è stata lasciata ossia: procedere alla fusione ed accorpamento delle province, eliminare a priori chi sia il capoluogo ma preservando gli interessi di chi ha i requisiti minimi previsti dalla legge, dare corso al processo contestualizzandolo in una riforma più ampia e complessiva dei vari livelli istituzionali che ridefinisca ruoli e competenze, mantenere la legittimazione democratica a favore dei cittadini elettori di chi avrà l’onere del governo e della gestione. Il presidente Enrico Di Giuseppantonio è autorevole componente dell’Unione delle Province Italiane, come vice presidente, ed è la sintesi di quelle Abruzzesi; in questa veste può e deve esercitare un ruolo attivo e dinamico anticipando i tempi e non rincorrendo le emergenze. Lo sollecitiamo a riprendere l’iniziativa per fondere ed accorpare da subito le cose possibili con la vicina provincia di Pescara, riassumere all’ente situazioni compatibili con le funzioni mantenute e statuite nella legge di stabilità del 2013, attivare un partecipato e plurale tavolo di concertazione attiva per arrivare a formulare ipotesi di lavoro cui noi intendiamo dare il nostro fattivo contributo. Una decisa ripresa d’iniziativa – conclude D’Amico – sostanzierà un sussulto di vitalità che noi sosterremo senza risparmio. Se così non fosse altri saranno coloro che s’assumeranno responsabilità politiche ed amministrative gravi per aver fatto solo chiacchiere e propaganda spicciola”.

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