Chieti. L’Udc ha presentato un’interrogazione consiliare all’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Chieti, Emilia De Matteo, in merito alla possibilità di realizzare una casa d’accoglienza per disabili denominata “Dopo di Noi”.
Ne ha parlato in una nota il capogruppo dell’Udc al Consiglio Comunale di Chieti, Alessandro Giardinelli, nella quale ha detto: “Tale casa di accoglienza vuole essere una soluzione per una presa in carico di tutti quei disabili rimasti soli per la morte dei genitori. Presa in carico significa: assunzione di responsabilità da parte degli Enti pubblici, progetto globale di vita, personalizzazione ed umanizzazione degli interventi, mantenimento e sviluppo della persona con disabilità nel proprio contesto familiare e sociale, garanzia dei diritti civili ed umani e qualità di vita . L’assessore ha individuato, in seguito ad un monitoraggio sulle proprietà comunali, un locale in via Federico Salomone, d’immediata disponibilità, dove potrebbe essere realizzata la Casa di Accoglienza cosiddetta Dopo di noi. Ma noi, pur apprezzando lo sforzo dell’amministrazione, riteniamo che tale locale non sia idoneo per il progetto. Infatti riteniamo che nel Dopo di Noi, per raggiungere la soglia minima di assistenza in un territorio comunale come quello di Chieti, sia necessario avere la possibilità di ospitare almeno 12 disabili (sei uomini e sei donne), con la possibilità di convivenza tra genitore e figlio e, che le case di accoglienza del Dopo di Noi, ai fini dell’autorizzazione e dell’accreditamento, siano equiparate nella normativa sanitaria espressa nel Piano Sanitario Regionale alle RADA (residenze per disabili adulti) e quindi con requisiti minimi strutturali e tecnologici definiti nel B.U.R.A. AnnoXXXIX – N°75 Speciale (22-10-2008). Per maggiore chiarezza forniamo alcuni dei requisiti richiesti: la struttura deve essere localizzata in una zona urbana, oppure in zona collegata ad un agglomerato urbano facilmente raggiungibile con mezzi pubblici, deve essere presente uno spazio comune all’aperto di almeno 2 mq per ospite (giardino, terrazzo, ecc), devono esserci locali per il pranzo di dimensione complessiva non inferiore a mq 4 per ospite, locali per il deposito della biancheria sporca e locali per il deposito della biancheria pulita, spogliatoi per il personale con servizi igienici annessi, le camere (bagno escluso) devono essere di mq. 12 per una persona o di mq. 18 per due persone etc. etc., inoltre è necessario vi siano spazi comuni per la ricreazione e la terapia occupazionale…etc..etc… . Infatti nel Piano Operativo 2010 della Regione Abruzzo (Intervento7 :Razionalizzazione della Rete di Assistenza Territoriale – Azione 1: Piano della Rete Residenziale e Semiresidenziale- ricollocazione nei Livelli di Assistenza Sanitaria e Sociosanitaria delle attività svolte dalle strutture extraospedaliere a carattere residenziale e semiresidenziale) le strutture residenziali per disabili di cui al DM470/2001 sono equiparate alle Residenze Protette Disabili Adulti e gli standard di struttura si riferiscono al DPR del 14 gennaio 1997 + le leggi e gli atti regionali per l’autorizzazione e l’accreditamento, accreditamento necessario per la sopravvivenza del Progetto. Nell’interrogazione – ha concluso Alessandro Giardinelli – noi chiediamo all’assessore De Matteo quale sia il percorso che voglia intraprendere al fine di una rapido e idoneo avvio del progetto e se, una volta trovato l’immobile adatto, si sono individuate comunque risorse disponibili che possano contribuire per la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale a norma delle indicazioni del Piano Sanitario Regionale”.
Francesco Rapino