Chieti. “Siamo soddisfatti per l’approvazione del “Dl Sicurezza Urbana” al quale come ANCI abbiamo contribuito sia con il lavoro durante i tavoli tecnici sia con la condivisione politica degli obiettivi. Grazie ad esso ai sindaci viene riconosciuto anche un ruolo in materia di sicurezza delle città, ma assieme alla soddisfazione per tale approvazione c’è la consapevolezza, però, che solo metà del percorso è stato compiuto, il Governo, infatti, continua a fare orecchie da mercante rispetto alle esigenze organizzative dei Comuni. I Sindaci non potranno dare totalmente il proprio contributo per la ricerca di un livello più alto di sicurezza urbana se non si interviene anche adeguando i diritti, le tutele e i mezzi della Polizia Locale, attraverso la quale i primi cittadini potranno esercitare le funzioni loro affidate dal Dl Sicurezza.”
È il commento del Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, Vicepresidente Nazionale ANCI in merito alle misure adottate dal Consiglio dei Ministri su sicurezza urbana e immigrazione, che ridisegnano i contorni dell’azione degli amministratori locali.
“Non si può pretendere che un agente di Polizia Locale operi in scenari che vanno oltre le attuali attività di istituto – spiega il Sindaco Di Primio – se a quest’ultimo non sono riconosciuti, in primis sotto il profilo contrattuale, specificità rispetto agli altri dipendenti del comparto Enti Locali e, sotto il profilo dei diritti, il ripristino dell’equo indennizzo per causa di servizio e la pensione privilegiata, ingiustamente cancellati dal Governo Monti e colpevolmente non ripristinati dai Governi successivi. A ciò si aggiunga che il personale degli Enti Locali e quindi anche quello della Polizia Locale a causa del blocco del turn over risulta essere ormai vecchio. Poter tornare ad assumere vuol dire dare ai Comuni la possibilità di poter contare su nuova forza lavoro da impiegare soprattutto nelle attività di sicurezza urbana”.
“Regioni e Governo – prosegue il Sindaco Di Primio – devono investire sulla formazione della Polizia Locale e, in particolar modo, su quella specifica e necessaria per operare nel contesto delle azioni di controllo del territorio a supporto delle attività delle Forze dell’Ordine. È necessario, inoltre, adeguare gli strumenti a disposizione della Polizia Locale: 1) sotto il profilo dell’equipaggiamento e dei mezzi, a tutela degli operatori e al fine di rendere più efficace il loro operato; 2) sotto il profilo della operatività, consentendo l’accesso a banche dati fino ad oggi negate alla Polizia Locale. Si va dal più semplice accesso al PRA, per conoscere il proprietario di un’auto controllata durante un pattugliamento, servizio che oggi i Comuni possono avere soltanto pagando, al più importante, ovvero l’accesso allo SDI per conoscere eventuali precedenti della persona fermata durante i controlli”.
“Il rischio – conclude il Sindaco Di Primio – in mancanza di queste riforme riguardanti la Polizia Locale, braccio operativo del sindaco in materia di sicurezza, è che il “Dl Sicurezza Urbana” si trasformi in un ulteriore proclama e nell’ennesimo scaricabarile nei confronti dei sindaci”.