Chieti. “Abbiamo proposto una cosa meditata e ragionevole che poteva essere utile alla Provincia per recuperare un ruolo perduto, in relazione alla copianificazione urbanistica ed allo sviluppo del proprio territorio, e favorire una sana discussione di merito sia sulle oportunità che dei limiti, l’istituendo Parco della Costa Teatina, può comportare ma la maggioranza ha compattamente espresso un parere contrario”.
Così afferma il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillio D’Amico, dopo le determinazioni assunte dalla congiunta riunione delle Commissioni Consiliari “Ambiente ed Urbanistica” e “Turismo, Sport e Tempo Libero”, richiesta dai gruppi consiliari di centrosinistra, che doveva esprimere un indirizzo politico alla giunta per la dibattuta vicenda della perimetrazione che scade il 30 settembre come determinato dal decreto “mille proroghe”.
“Noi – continua D’Amico – immaginiamo che, dopo le delibere richieste di adesione dei comuni di Lanciano, Frisa e Cupello, oltre a quella antecedente di Francavilla al Mare, sarebbe stato opportuno chiedere una proroga tecnica al Ministero sia per sviluppare una sana e partecipata discussione di merito, che non c’è stata per comprendere opportunità e negatività, e recuperare un ruolo di regìa più che mai opportuno verso la quale l’Ente ha da tempo abdicato. La posizione della Provincia, che è andata a ruota in questa vicenda vivendola da mera spettatrice, non è affatto chiara essendosene manifestate diverse e contraddittorie tra esse, ma importante era recuperare un ruolo guida che poteva essere un mezzo per ridare dignità e credibilità all’Ente oltre ad un’autorevolezza ormai perduta. E’ ormai chiaro – conclude il capogruppo provinciale del Pd – che quest’opportunità di sviluppo, il centrodestra a guida Udc che amministra la Provincia di Chieti, non intende perseguirlo obbedendo tacitamente ai voleri di chi, in questa vicenda, ha avuto solo interesse ad animare gli opposti estremismi a prescindere senza mai lavorare per qualcosa di possibile ma solo contro e finalizzando ogni azione al proprio sopravvivere politico. La richiesta proroga dei termini poteva essere un’utile occasione per capire e comprendere ma loro non hanno potuto piuttosto che voluto e, l’amministrazione attiva, è ormai sotto tutela e commissariata”.
Francesco Rapino