Chieti. “L’Abruzzo facile e veloce si è incagliato anche sulla gestione del San Giovanni Battista di Chieti e delle altre cinque ex Ipab della provincia di Chieti che costituiscono la Asp. A quasi tre anni dalla delibera della Giunta Chiodi (la n.2014 del 24/04/2014) costitutiva della Asp, il centrosinistra regionale e quello locale stanno accumulando colpevoli ritardi che mettono a dura prova la futura esistenza della storica struttura teatina coinvolgendola in un probabile default insieme alle altre strutture (case di riposo per anziani ed asili infantili di altri Comuni)”.
E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che aggiunge: “non ancora vengono ricostituiti gli organi ufficiali, Consiglio di Amministrazione e Presidente, in modo da garantire la gestione dell’Asp con pieni poteri”.
“Va ricordato – prosegue Febbo – che nel 2015 la sinistra teatina, con la copertura degli esponenti regionali, tentò un blitz politico nel tentativo di occupare anche i posti in consiglio riservati al centrodestra (probabilmente allo scopo di “pagare” marchette elettorali) nonostante i nostri avvertimenti e i suggerimenti per evitare la forzatura. Difatti, il Tar Abruzzo e l’Anac (Autorità Anticorruzione) hanno successivamente bastonato sonoramente la Regione annullando gli atti illegittimi adottati. Nel frattempo si preferisce rimandare sine die la ricostituzione del Cda e mantenere un organo commissariale il quale, per definizione e per vincoli legislativi, è limitato all’esercizio dei soli atti di ordinaria gestione non potendo assumere provvedimenti straordinari necessari per tirare fuori dalle secche un’azienda sull’orlo del fallimento. Uno dei tre commissari, tutti del centrosinistra, che costituiscono il collegio si è dimesso ormai da mesi, per mancata condivisione nelle scelte di gestione? Perché la Regione non l’ha reintegrato? Ora valuteremo la validità giuridica delle delibere assunte nel periodo del collegio “imperfetto”. Ma quali sono gli interessi che si celano dietro questa assurda vicenda? Incapacità o altro?” si chiede Febbo.
Sono ancora in vita due contenziosi milionari con l’Asl di Chieti, uno per prestazioni eseguite e mai pagate dalla Asl e un altro per l’esercizio dell’attività nel presidio di Villa degli Ulivi (l’ultimo commissario del centrodestra aveva portato a termine programmi di recupero crediti verso la Asl e aperto un forte confronto politico/giuridico per la seconda sede). Non sarà che i 198 posti accreditati al San Giovanni Battista possano far gola ad altre strutture locali non pubbliche? La compartecipazione economica alla retta di assistenza, strumento voluto dai decreti di D’Alfonso nell’estate 2014, oltre a mettere in difficoltà gli assistiti e le loro famiglie, ha esposto i Comuni a ulteriori spese senza che la Regione abbia mantenuto gli impegni di sussidiarietà presi”.
Il presidente della Commissione di Vigilanza evidenzia come “alle Ipab siano stati accreditati più finanziamenti di milioni di euro per interventi di restauro, consolidamento e adeguamento. Chi saranno i progettisti? Chi i Direttori dei Lavori? Come vengono indette le gare d’appalto? E ancora, come sono stati scelti i consulenti degli staff dei commissari del centro sinistra? E a che pro? I commissari del centrodestra non si erano mai avvalsi di tali collaborazioni. Le innumerevoli consulenze legali, affidate a professionisti scelti secondo logiche politiche stanno portando risultati? O rappresentano solo costi aggiuntivi ad un bilancio già povero? Inoltre, sembrerebbe che per molte ex Ipab non siano stati approvati i bilanci consuntivi 2015 e previsionali del 2016. Come mai alcune delibere, adottate dai Commissari, non vengono pubblicate sull’albo On line?
Perché alcune determine sono secretate? Ci sono degli indirizzi dell’amministrazione e atti di gestione che non possono essere noti? Infine, ad inizio novembre 2016, l’Assemblea della Asp ha provveduto a designare i due nuovi componenti del Cda (uno del centrodestra ed uno del centrosinistra) ma a distanza di quasi tre mesi non ancora si provvede alla loro ratifica. Perché questo ritardo? Si vuole continuare per altro tempo con un’amministrazione monocolore di centrosinistra? O si vuole cercare di evitare il rientro di qualcuno “scomodo” con una manfrina politica pur di non accettare una soluzione giuridicamente chiara? Se l’ Ufficio regionale del dipartimento Welfare non è soddisfatto degli errori del passato e intende ripeterli, in questa occasione ne risponderà al Tar, come ente, e personalmente di fronte alla giustizia ordinaria. Questi e altri aspetti poco trasparenti delle Istituzioni in trasformazione oltre che a preoccuparmi – conclude Febbo – mi spingono a intensificare l’attività di vigilanza per il bene della città di Cheti, che non può correre il rischio di veder meno una storica attività assistenziale, e per il bene dei circa cento lavoratori e soprattutto delle tante persone assistite nella struttura”.