Chieti. “Voglio dare chiarezza sulla nostra posizione sul nucleare. Noi siamo contrari al nucleare e come maggioranza vorremmo far capire il come. Siamo contrari e lo vogliamo dimostrare senza creare situazioni pretestuose a livello politico”.
E’ quello che ha detto questa mattina Marco Di Paolo, consigliere di maggioranza del Comune di Chieti, capogruppo del Gruppo Misto, in seguito alle polemiche dei giorni scorsi sulla probabile introduzione del nucleare nel capoluogo teatino e sulla presentazione di questo argomento come Ordine del Giorno in Consiglio Comuale da parte dell’opposizione.
“Avevo trovato un emendamento del centrosinistra (a livello nazionale) – ha aggiuto Carla Di Biase del gruppo Pdl – del 30 luglio 2004 in cui una gran fetta della sinistra di allora era favorevole al nucleare. Poi quell’emendamento fu bocciato. Riprendendo questo emendamento non vogliamo fare una strumentalizzazione a livello politico, ma vogliamo sottolineare come nel corso degli anni le opinioni delle persone possono cambiare. Per le centrali nucleari bisogna vedere il riscontro tra benefici e costi. I danni che provocano il nucleare sono talmente alti che non metterli in Abruzzo non significa non avere dei danni. Però ci sono modi diversi di essere favorevoli e contrari”.
In Europa ci sono attualmente 197 centrali nucleari che producono circa il 35% dell’energia elettrica complessiva utilizzata, ovvero quasi 170 gigawatt. Altre 13 sono in costruzione con un apporto previsto di 12 gigawatt. In Francia quasi l’80% dell’energia elettrica è prodotta da centrali nucleari, segue la Lituania con il 70%, il Belgio e la Slovacchia con il 56% e la Svezia con il 46%.
“Visto che ci sono le centrali nel territorio europeo – ha continuato Marco Di Paolo – siamo circondati da centrali nucleari. La nostra deve essere una politica incisiva che non si deve limitare al locale. Quindi noi siamo per il no al nucleare in Europa. E’ opportuno parlare da europei. Non bisogna illudersi, voteremo al referendum contro il nucleare, ma non bisogna fermarsi perchè questo è solo un piccolo passo verso l’eliminazione del nucleare, cercheremo di creare una forza unitaria di tutto il Consiglio per risolvere questo problema”.
Francesco Rapino