Chieti. “Sono passati due mesi da quando il 4 marzo Giustizia Sociale e il suo leader Bruno Di Paolo hanno consegnato, all’ufficio protocollo del Comune di Chieti, un plico con oltre 1400 adesioni volontarie firmate dai cittadini di Chieti sulla petizione popolare, promossa e lanciata sempre da Giustizia Sociale, sulla nomina degli scrutatori per le prossime consultazioni elettorali cittadine del 31 Maggio prossimo, ebbene a tutt’oggi nessun riscontro è stato fornito a tale iniziativa democratica, difatti ne il Sindaco Umberto Di Primio, ne il Presidente del Consiglio Comunale ne altri esponenti dell’assise cittadina hanno espresso il loro parere o si siano adoperati per dare notizie sui criteri di scelta dei prossimi ed imminenti scrutatori”.
Così in una nota Angelo Pasquantonio, segretario provinciale di Giustizia Sociale, che aggiunge: “”E’ doveroso ricordarlo che Giustizia Sociale in sede di pubblica conferenza stampa, tra l’altro gremitissima, aveva promosso l’iniziativa popolare anche sulla base che già altri Comuni d’Italia avevano adottato: il sistema del pubblico sorteggio per la figura dello scrutatore di seggio, dando la priorità a tale aspetto a chi allo stato attuale si trova in difficoltà di disagio sociale come, ad esempio, coloro che hanno perso il posto di lavoro o a studenti disoccupati ed avevano suggerito di fare un riscontro nominativo tra coloro che sono presenti nelle liste degli uffici di collocamento e quelli che hanno presentato richiesta di scrutatore. Riusciremo ad avere lumi a riguardo? Mah!”.
“Sindaco Di Primio – conclude Pasquantonio – almeno alla fine del tuo mandato dai, per una volta, una risposta chiara ai cittadini di Chieti, non fare lo struzzo, non nasconderti dietro al silenzio, sull’operato dell’attuale commissione preposta all’attribuzione della nomina di scrutatore di seggio, che potrebbe dare l’assenso a ciò che già si vocifera fuori da Palazzo D’Achille ovvero: che la scelta verrà fatta facendo la ripartizione tra i consiglieri comunali uscenti discriminando, di fatto, anche i candidati consiglieri del medesimo schieramento che partirebbero svantaggiati rispetto ai loro colleghi che invece potrebbero riscuotere preferenze di ‘riconoscimento’. Di una cosa puoi esserne certo che se ciò si verificasse, e vigilerò a riguardo, nulla lascerei all’oscuro e non tralascerei segnalazioni nelle competenti aule di Giustizia”.