Chieti. “Andando sul sito dell’Istituto San Giovanni Battista nella pagina di presentazione ne è descritta la storia dalle origini ad oggi evidenziando il percorso di modifica e soprattutto la valorizzazione dal punto di vista professionale accresciuta nel tempo ed il conseguente cambio di obiettivo alle attività che tale istituto si prefigge”.
Così in una nota il candidato a sindaco di Chieti di ideAbruzzo, Donato Marcotullio, che aggiunge: “Si riporta: “L’istituzione viene giustamente individuata, per la sua storia e il suo operato a livello locale e regionale, struttura socio sanitaria per anziani e disabili convenzionata con le ASL della Regione Abruzzo.”. Non comprendiamo quindi come oggi si possa arrivare a pensare di modificare tale obiettivo rinnegando nei fatti e mettendo ulteriormente a repentaglio un’esperienza ed un patrimonio professionale ed umano che molte altre aree, anche della nostra stessa regione, seppur nelle difficoltà conosciute, ci invidiano. Se questo avvenisse molte persone sarebbero autorizzate a poter pensare di essere vittime di una discriminazione. Sì, una discriminazione, al contrario, tra l’altro in casa propria. Anziani, disabili e loro famiglie, già vittime di discriminazioni conseguenti ai tagli e disservizi che sono costretti a subire. Inoltre, visto la decisione assunta dalla Regione Abruzzo di far pagare i comuni per i cittadini incapienti, i costi, e non solo economici, crescerebbero anche per le famiglie. Già vengono segnalate difficoltà ad accedere ai servizi dell’Istituto con pazienti che non vengono presi in carico per l’indisponibilità di posti. Viene da chiedersi come si potrebbero ospitare altre persone con esigenze completamente diverse dagli ospiti dell’istituto. Inoltre se si dovesse concretizzare l’arrivo degli immigrati in questo istituto, in centro città e vicino a scuole, è logico chiedersi cosa ne sarà del personale che non è evidentemente formato per offrire i servizi richiesti e quindi sarebbe necessario assumere personale con delle qualifiche e delle preparazioni diverse da quello già disponibile tra le risorse umane. Tra l’altro non vorremmo trovarci di fronte ad una crescente e strumentale attenzione proprio in termini di eventuali possibilità occupazionali per le figure che vengono richieste dal bando”.
“Non riteniamo sia possibile che un istituto che ha come finalità la cura di anziani e disabili – conclude Marcotuttlio – e quindi una funzione pubblica socialmente rilevante, per mero calcolo ragionieristico cambi tale funzione creando disagio sociale e discriminando di fatto persone deboli. Altri enti o altre istituzioni o eventualmente privati potranno dedicarsi a ciò. Non si esasperi oltre un tessuto sociale già fortemente in tensione per mancanza di lavoro, per l’aumentata percezione di insicurezza da parte dei cittadini e soprattutto per la crescente sensazione di impotenza nei confronti delle istituzioni. Si tenga fede al ruolo che l’istituto ha nella realtà odierna e non si cerchi di recuperare un ruolo che ormai è stato ceduto a suon di denari pubblici”.