Cupello. “La notizia che il Sindaco di Lentella, Carlo Moro, ha emesso un ordinanza per il ripristino della messa in sicurezza, tempestivo ed immediato, del tratto della sp ‘Trignina’ che grava sul suo territorio è solo l’ultimo grido d’allarme che si eleva dal vastese, verso provincia di Chieti e regione Abruzzo, perché si programmino interventi, non più d’urgenza, ma pianificiati per Dare decoro ad una viabilità da ‘terzo mondo’ ”.
Così in una nota il consigliere di minoranza del Comune di Cupello, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Sulla sp ‘Trignina’, che collega la fondovalle Treste con Palmoli e Carunchio, l’ultimo intervento risale al 2005 quando, l’allora amministrazione di Centro – Sinistra presieduta da Tommaso Coletti con me capogruppo della “Margherita”, spese € 100.000 per il rifacimento di tratti di manti stradali. Da allora più niente nonostante quest’arteria abbia subito passaggi di mezzi di trasporto pubblico quotidianamente e, nel 2007, quello pesante e straordinario a causa del crollo del ponte sulla s.s. Trignina. L’allarme del Sindaco di Lentella va a sommarsi con quelli reiterati di Carlo Racciatti, Sindaco di Guilmi, ed Antonio Colonna, Sindaco di Carpineto Sinello, più volte elevatosi per la triste situazione della strada provinciale che collega il Sangro con il medio vastese che attraversa le loro comunità. Anche l’allarme lanciato giorni fa dall’alto vastese, colpito dall’ultima bufera di neve, dove alcune autovetture sono finite fuori strada, sì per la mancanza di sale non distribuito ma soprattutto per il fondo molto sconnesso ed insicuro, aggiunge un altro pezzo al desolante mosaico cui non può mancare il “senso unico alternato” esistente sull’ex ss. 86 Istonia, all’altezza del comune di Carunchio, dove persiste una pericolosissima frana e con massi e pietre che cadono dall’attiguo colle piuttosto fragile nella sua tenuta fisica. Questa è una situazione dove i Sindaci dovrebbero tutti imitare Carlo Moro nel fare ordinanze di chiusura delle strade provinciali che ricadono nei loro territori. Questo sostanzierebbe certamente un definitivo ed irreversibile isolamento dell’intero territorio ma forse, solo così, chi di dovere produrrebbe interventi ed investimenti piuttosto che annunci ed inutili passerelle mediatiche. La mia non è un uscita per avere spazi su blog e media locali; tutt’altro, lo faccio con la consapevolezza dei essere un ex rappresentante di questo territorio in seno al defunto Consiglio Provinciale di Chieti quando erano i cittadini elettori a decidere chi li doveva rappresentare. Ho servito e rappresentato il vastese per dieci lunghi anni. L’ho fatto sempre con umile generosità cercando di rapportarmi con tutti senza distinzione di casacca politica tra mille difficoltà e commettendo tanti errori di calcolo e valutazione. Ho cercato di non far sentire “orfano” questo territorio di rappresentanza politica nell’istituzione che rappresentavo. Oggi siamo solo facile terra di conquista a passerella senza che poi giungano fatti concreti e rilevanti. Si possono annunciare programmi importanti nell’assistenza sanitaria, ridimensionamenti scolastici ed accorpamenti oppure, più recentemente, degli uffici postali ma se non s’interviene decisamente sulla viabilità, migliorando velocità e qualità dei collegamenti tra area interna e costa, il vastese intero non solo cade a pezzi ma rimarrà sempre più solo ed emarginato”.
“Al presidente, governatore Luciano D’Alfonso – conclude D’Amico – chiedo di avere il coraggio di venire in questo territorio ed ascoltare Sindaci ed amministratori tutti avendo a mente che è questa la parte più povera e bisognosa d’interventi strutturali, infrastrutturali, sociali ed economici dell’intera regione Abruzzo non dimenticando che, per la viabilità, potrebbe destinare annualmente parte degli introiti dell’ex “tassa di circolazione” che pagano tutti i proprietari di auto, moto, camion etc; al presidente della provincia, Mario Pupillo, ed al suo vice con delega alla viabilità, Antonio Tamburrino, di stracciare l’attuale piano triennale delle opere pubbliche e riscriverne un altro più realistico basato su interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità di loro competenza usando i pochi spiccioli di spesa che l’ente ha a disposizione e molto di quello che dovrebbe chiedere ed avere da regione Abruzzo e stato nazionale”.