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Pianella, indennità aumentate alla Giunta: “Beneficio democratico”

Pianella. Dopo la denuncia dell’opposizione sull’aumento delle indennità della giunta comunale, il capogruppo della maggioranza Alessandro Minetti replica a Gianni Filippone.

“Dalla fine del 2021”, spiega Minetti, “esiste una legge dello Stato che è intervenuta per riequilibrare, dopo decenni di tagli selvaggi e mortificazioni al limite della decenza, le indennità degli amministratori comunali rispetto ai vertici regionali, proporzionandole in maniera decrescente in relazione al numero di abitanti”.

“Si è trattato”, spiega il capogruppo di maggioranza, “di un doveroso intervento legislativo, teso a riequilibrare una situazione divenuta ormai insostenibile, laddove il rischio concreto che i cittadini correvano era quello di un abbandono dall’impegno gestionale delle comunità da parte delle migliori risorse professionali, imprenditoriali e produttive dei territori, scoraggiate da oneri gestionali difficili e gravosi e con responsabilità immani a fronte di indennità che nei comuni più piccoli non superavano la soglia del reddito di cittadinanza”.

“Il Comune di Pianella ha beneficiato, come tutti gli enti, delle risorse statali destinate alla copertura della spesa relativa e”, ribatte Minetti, “anche Filippone dovrebbe essere contento poiché Pianella ha potuto beneficiare anche dell’anticipazione di 24 mesi di una parte dell’adeguamento, in quanto in regola con i parametri di sostenibilità pluriennale del bilancio comunale. Nella consueta opera di falsificazione della realtà, Filippone, pensando di prendere in giro i cittadini ai quali omette di riferire e quantificare dei suoi cumuli di indennità come assessore comunale, consigliere provinciale, consigliere del consorzio di bonifica, cerca di far apparire come una scelta del comune di Pianella, quella che è una sacrosanta decisione del Parlamento, applicata, per legge, da tutti i comuni italiani, e che porterà benefici notevoli ai cittadini poiché potranno scegliere amministratori capaci e qualificati solo se giustamente ricompensati per il loro impegno e le loro capacità”.

“Ovviamente tutto ciò destabilizza Filippone, che non riesce a vedere in tale opportuna iniziativa legislativa un beneficio democratico per l’incremento di possibili candidati, ma solo l’allontanamento irreversibile per la sua ormai trentennale ossessione di fare il sindaco. Per il momento, tuttavia, non potendo cambiare la legge, potrebbe dimettersi dal PD, partito tra i principali sostenitori della norma, in segno di coerenza visto che ritiene “vergognosi” questi aumenti vigenti, per legge, in tutti i comuni d’Italia”, conclude Minetti.