“In merito alla tempistica di approvazione del ‘piano di conversione’ che Pescara invierà al Ministero”, sostiene l’Allegrino, ” le informazioni fornite dall’Assessorato sono basate su contatti intercorsi tra gli Uffici e la Direzione Centrale e sicuramente non ci vorranno anni”.
“La possibilità seria e reale di controllare e gestire al meglio la presenza dei migranti, ivi compresa l’importante questione della localizzazione delle strutture di accoglienza sul territorio cittadino”, ribatte l’assessore, ” é invece resa possibile da circolari ministeriali che consentono ai Comuni già titolari di Progetti Sprar (come lo è la citta di Pescara fin dal 2005) di attivarsi per la ‘conversione’ dei posti Cas in Sprar, fino a raggiungere la ‘clausola di salvaguardia’. Tale clausola, che per la città di Pescara è di 391 migranti, è indicata dal piano Anci/Ministero, pertanto nessuno si è inventato né si può inventare un numero a piacere”.
“Lo Sprar é un sistema di protezione e accoglienza differente da quello dei Centri di accoglienza straordinaria” conclude Antonella Allegrino, “Nessuno piazzerà 400 profughi negli Sprar semplicemente perché i beneficiari degli Sprar non sono i profughi che sono invece destinatari dei Cas”.