Chieti. “Siamo stati interessati dal Ministero dello Sviluppo economico circa il metanodotto Sgi della tratta abruzzese Larino Chieti. Ci è stato chiesto un parere circa l’assoggettabilità a Vas, Valutazione ambientale strategica, del progetto definitivo. Considerando la fragilità del territorio, che è fortemente sismico, e l’impatto dell’opera, dopo un’attenta analisi da parte del nostro ufficio legislativo, riteniamo che la Vas sia necessaria e non è stata effettuata. Chiederemo inoltre su questo anche un parere da parte dell’avvocatura dello Stato”: cosi il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
“Numerosi comitati, singoli cittadini, ci stanno sensibilizzando circa l’impatto del metanodotto – conclude il ministro Costa – siamo persuasi che occorra approfondire le valutazioni ed è quello che stiamo facendo”.
Sulla questione intervengono anche il Sottosegretario Gianluca Vacca ed il consigliere regionale Sara Marcozzi “Questo Governo si conferma attento alle necessità del territorio e di chi lo abita” affermano “ieri la notizia sulla Bonifica del SIN Bussi, oggi l’attenzione al METANODOTTO Larino Chieti. Stiamo lavorando per rimediare alle cattive politiche del passato che hanno avuto come interlocutore esclusivamente le grandi lobby. Oggi si ascoltano i cittadini e chi della tutela dell’ambiente ha fatto un motivo di forte impegno sul territorio. Il Metanodotto è uno dei tanti progetti che ci ha lasciato in eredità il PD. Abbiamo attivato tutti i canali per tentare di fare chiarezza sull’opera, ci auguriamo che si possa trovare la migliore soluzione per i territori. Quello di oggi è un passo importante che ci auguriamo porti l’Abruzzo nella giusta direzione”.
“Avevamo sollevato pesanti critiche sull’iter di approvazione del gasdotto Larino – Chieti e degli altri gasdotti per le violazioni palesi della Direttiva europea sulla Valutazione Ambientale Strategica – VAS. I governi precedenti hanno fatto finta di nulla pur di appoggiare le lobby dei petrolieri, ora finalmente un ministro dell’Ambiente ci ascolta_” così il Coordinamento No Hub del Gas sull’annuncio del Ministro dell’Ambiente Costa di accendere un faro sulla legittimità delle procedure seguite finora. Quello della mancanza della Valutazione Ambientale Strategica, una procedura fondamentale per comprendere l’utilità o meno di queste opere e dei relativi piano di sviluppo, è un vero e proprio “buco nero” delle procedure adottate dal MISE in questi anni. Siamo arrivati alla dichiarazioni di De Vincenti che alla Camera ha sostenuto che tale procedura non è necessaria in quanto sono società private come Snam e Gasdotti Italia a realizzare le opere. Peccato che: 1)la rete nazionale dei gasdotti e le sue varianti sono varate dal Ministero dello Sviluppo Economico; 2)Terna dal 2008 sottopone i suoi piani di sviluppo della rete elettrica nazionale (elettrodotti) a VAS. È una Spa. Perché Terna sì e Snam o Gasdotti Italia no?; 3)la Commissione Europea ha chiarito da anni nelle proprie linee guida sulla VAS che i concessionari di servizi generali sono anch’essi sottoposti alla direttiva VAS; 4)il MISE approva i gasdotti facendo variare d’imperio tutti i piani esistenti, compresi i piani regolatori. Le chiama “varianti automatiche”. In realtà una sentenza della Corte di Giustizia europea ha chiarito da anni che una procedura simile non può essere usata per eludere la direttiva VAS. Sul Larino – Chieti, un nuovo gasdotto di 111 km tra Abruzzo e Molise, approvato il 25 giugno con un Decreto dal Dirigente Dialuce, ci sono tutti questi problemi e anche altri. Il Decreto Sblocca Italia pro-fossili di Renzi in questi anni ha portato solo a grandi favori ai petrolieri ed affini che vogliono trasformare in un grande “Hub del Gas” il Belpaese lanciandolo sulle energie del passato con decine di progetti più o meno grandi, tutti a gravare sulle bollette degli italiani. Evidenziamo che i consumi di gas sono in forte calo in Italia (in Abruzzo e Molise ancora di più) e che le ricerche scientifiche hanno provato che il metano è pericoloso per i cambiamenti climatici in quanto è un potente gas clima-alterante (e lungo la filiera, tra estrazione, gasdotti, stoccaggi e distribuzione si perde in aria il 3-10% di prodotto). Ovviamente seguiremo da vicino queste procedure di verifica presso il Ministero dell’Ambiente, auspicando che il progetto venga riesaminato e bocciato e che l’Italia diventi il paese dell’efficienza e delle rinnovabili”.