Mauro Mazza, politologo ed ex Direttore del Tg2, in esclusiva ai nostri microfoni: “Una volta le scissioni nascevano per ragioni politiche, oggi…”
Un fulmine a ciel sereno. Una presa di posizione che rischia di modificare in modo netto l’attuale scenario politico. Giuseppe Conte ha dato il benservito a Beppe Grillo. L’attuale leader pentastellato ha licenziato in modo netto e senza troppi giri di parole, l’ideatore e fondatore del Movimento. Una storia arrivata da tempo al capolinea: due visioni opposte sul modo di fare politica e portare avanti le battaglie di un gruppo, nato come Movimento di opposizione alla classe politica attuale e diventato negli anni uno dei principali gruppi, decisivi per la struttura del Parlamento.
Cosa accadrà ora? Quale futuro è pronosticabile per il gruppo pentastellato? Conte ha spiegato che alla base della scelta non c’erano rapporti personali, ma evidenti distanze politiche: “Al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico, ovvero Grillo contro Conte, ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità”. Un particolare che ha portato alla rottura definitiva.
“I rapporti politici si interrompono – ha dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni Mauro Mazza, politologo ed ex Direttore del Tg2 e di Rai Uno – ma in questo caso, la sensazione è che dietro ci siano ragioni ben più evidenti”. Non è sfuggito infatti uno dei passaggi principali delle accuse di Conte a Grillo: il pagamento dei trecento mila euro, come contributo per il ruolo di garante del Movimento Cinque Stelle. Un particolare sul quale si è discusso a lungo. “Grillo – dice Conte- ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”.
Mauro Mazza: “Rischia di finire tutto così…”
Su questo particolare ruota molto del futuro di Grillo e della fine del suo rapporto con Conte e il Movimento Cinque Stelle. E se c’è chi, come Davide Casaleggio, proprietario della Casaleggio Associati, accusa l’ex presidente del Consiglio di non aver parlato con il diretto interessato o con gli iscritti, ma solo con Vespa, c’è chi preferisce guardare al peso specifico di questo addio. “Una volta strappi e scissioni nei partiti avevano motivazioni politiche o ideologiche”, conferma Mauro Mazza ai nostri microfoni. “Ora i Cinque Stelle rompono con il loro fondatore Beppe Grillo sulla sua ‘paghetta’ di trecento mila euro l’anno. È triste constatare che dopo essere nato con un colossale ‘Vaffa’ il movimento rischia di finire nello stesso modo”.
Il futuro del Movimento Cinque Stelle e i dubbi di Casaleggio
Ma l’ex direttore del Tg2, non è l’unico ad avere dubbi sul futuro del Movimento Cinque Stelle. “E’ morto? – si chiede ancora Casaleggio – . Rispetto a quello che conoscevo io, è rimasto solo il nome”. Sul simbolo del M5s, commenta: “è di proprietà dell’Associazione fondata da me e da Luigi Di Maio”. “Il M5s – conclude – oggi è sicuramente da ristrutturare, era basato sulla partecipazione e oggi non c’è più, è qualcosa di diverso e credo che debba avere anche un nome diverso”.