Cupello. “Il sequestro disposto dalle autorità competenti non fa altro che confermare le mie perplessità, espresse anche dai sindaci del territorio, già manifestate nel corso della riunione della commissione vigilanza lo scorso 10 ottobre. In quella sede come M5S avevo mostrato numerosi dubbi ad accogliere nella terza vasca rifiuti extra-regione per gli anni 2017-2018 ( provenienti prevalentemente da Puglia, Campania e Lazio) per circa 70.000 tonnellate con il concetto di conferimenti extra consortili”.
Il commento arriva dal Consigliere regionale Pietro Smargiassi del Movimento 5 Stelle in merito al sequestro preventivo, disposto dal GIP presso il Tribunale di Vasto, riguardante la cd. terza vasca della discarica per rifiuti non pericolosi della società Cupello Ambiente srl ( gestore del sito), all’interno del polo tecnologico di proprietà del Consorzio intercomunale C.I.V.E.T.A.
“Inoltre avevo anche segnalato come questi conferimenti provenienti da fuori Abruzzo, che oggi vengono configurati come contrari alle norme a tutela dell’ambiente e da quanto stabilito nell’autorizzazione integrata ambientale, avrebbero evidentemente accorciato il ciclo di vita della terza vasca. Un ciclo previsto inizialmente in 15 anni e ridotto in 8 per effetto dei conferimenti non previsti. La conseguenza è che si apra un percorso per una nuova discarica di natura privata. Inaccettabile!
Il nostro territorio – continua il Consigliere 5 Stelle – per la sua storia e per le sue bellezze naturali, non può essere svilito a pattumiera del centro sud. Il sequestro di questi giorni rappresenta il punto più basso della contestata gestione commissariale del Consorzio. Una scelta che, inoltre, ha sottratto ai comuni soci quel coinvolgimento nelle decisioni che, diversamente, sarebbero state orientate ad una maggiore attenzione per il territorio e le comunità che lo abitano. A ciò si aggiunge che il sequestro comporta il blocco dei conferimenti dalle città, tra cui Vasto, con il rischio di creare un’emergenza rifiuti. Una doppia beffa quindi – conclude Smargiassi – perché per aprire ai rifiuti fuori regione si rischia di non poter accogliere quelli dei comuni soci, creando un notevole disagio alle comunità che loro malgrado ospitano le vasche di raccolta”.