Cupello. “Pur essendo uno degli impianti di stoccaggio del gas più grandi d’Europa, il Piano di Emergenza Esterno non è stato pubblicato. Questo importantissimo documento (che deve essere redatto di concerto con la popolazione) ha il dovere di essere conosciuto dalla collettività soprattutto in caso di incidente. Il suo non essere disponibile è una criticità deplorevole verso la quale bisogna porre rimedio in tempi strettissimi”.
Il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco, a poco meno di un anno di distanza, torna a occuparsi dell’impianto Stogit che si trova nella frazione Montalfano di Cupello, nel Chietino, denunciando una mancanza documentale a suo dire “estremamente preoccupante le cui conseguenze potrebbero essere assai deleterie”. “La concessione di stoccaggio denominata ‘Fiume Treste’ – spiega l’esponente di Liberi e Uguali – interessa le Regioni Abruzzo e Molise (province di Chieti e Campobasso) e si estende per circa 77 chilometri quadrati. E’ uno degli impianti dalle dimensioni più estese d’Europa e rientra nel più ampio progetto di trasformazione dell’Italia in hub del gas. Va inoltre detto – prosegue Bracco – che lo stoccaggio viene effettuato in un deposito del sottosuolo e il gas naturale viene prelevato dalla rete di trasporto nazionale e successivamente reimmesso in base alle richieste di mercato”.
“Il Comune di Cupello e precisamente la frazione di Montalfano – afferma il Consigliere Segretario – ospita la centrale di raccolta e trattamento del gas. In base alla Direttiva Seveso Ter recepita in Italia dal d.lgs. 105/2015, l’impianto cupellese è stato definito come una realtà a rischio di incidente rilevante. Da diversi anni infatti la collettività di Montalfano (composta da un centinaio di famiglie) segnala molteplici problemi. In non poche occasioni, ad esempio, sono stati denunciati odori nauseabondi ed esalazioni delle quali non si è neppure compresa la natura”.
“A preoccupare moltissimo – sottolinea Bracco – è inoltre un’omissione che non può che essere definita imperdonabile ossia la non pubblicazione del Piano di Emergenza Esterno, documento dall’importanza basilare che deve essere sì conosciuto dalla popolazione ma anche essere redatto con l’essenziale partecipazione dei cittadini i quali devono sapere come comportarsi in caso di incidente”. “La situazione – evidenzia Bracco – è a dir poco sconcertante considerato anche il fatto che la società Stogit, titolare della concessione, ha presentato un progetto che prevede l’incremento della capacità di stoccaggio mediante l’aumento di pressione, l’adeguamento dell’esistente impianto di trattamento del gas e la perforazione di quattro nuovi pozzi”.
“Esattamente un anno fa – specifica Bracco – il Ministero dell’Ambiente, riguardo questa volontà di ampliamento, ha rilasciato un parere VIA favorevole con prescrizioni e il 22 marzo scorso è stata pubblicata una determina relativa all’ottemperanza proprio di una prescrizione. Il via libera al progetto si concretizzerà con l’adozione del provvedimento conclusivo da parte del Ministero dello Sviluppo economico. Alla luce di quanto detto non solo risulta dunque necessario che la Regione Abruzzo si prepari per fermare questa nuova iniziativa industriale ma che le autorità preposte si attivino al fine dell’elaborazione del Piano di Emergenza Esterno la cui redazione – conclude Leandro Bracco – non può e non deve assolutamente passare in secondo piano in quanto in gioco vi è l’incolumità pubblica”.