Pescara. “I partiti non sono il bene di Pescara”. Con questa parole Carlo Costantini, candidato sindaco di Pescara per il polo civico “Faremo grande Pescara”, lancia la sua campagna elettorale.
Stamani l’inaugurazione del comitato, in via Carducci, nei locali che furono la sede storica del comitato “Pescara-Montesilvano-Spoltore” per il referendum sulla fusione fra i tre Comuni. Prima di iniziare, nel giorno del decimo anniversario del terremoto dell’Aquila, Costantini ha ricordato quanto accaduto il 6 aprile 2009 e ha mostrato un cartellone con la scritta “La Grande Pescara abbraccia la grande L’Aquila”. Poi un ricordo commosso di Daniele Becci, storico presidente della Camera di Commercio del capoluogo adriatico, morto a gennaio 2018, che insieme a Costantini aveva fortemente creduto nel progetto della Grande Pescara.
“Quando nel 2014 si è votato – afferma il candidato sindaco – il 71% dei pescaresi ha detto sì alla Grande Pescara. Oggi ritengo che almeno il 90% sia favorevole. I pescaresi sanno guardare al futuro e vogliono vivere in una città del futuro. In una città più grande, più organizzata, meno costosa, più funzionale e soprattutto bella, sicura, pulita, moderna, tecnologica e connessa con l’Italia e con l’Europa”. “Per questo – aggiunge – improvvisamente, tutti i partiti che hanno remato contro si affrettano a dichiararsi favorevoli alla Grande Pescara. Lo fanno perché sanno che se dicessero il contrario sarebbero spazzati via alle prossime elezioni del 26 maggio. Lo fanno perché sperano in questo modo di poter utilizzare il consenso elettorale conquistato con una adesione di facciata al progetto per continuare a remare contro e per continuare a perdere altro tempo”.
“In questo momento – osserva Costantini – i partiti non sono il bene di Pescara. Pescara non ha bisogno di un capo politico nazionale con le felpe, non ha bisogno di essere governata da alleanze fragili, basate su accordi tra partiti litigiosi e continuamente in lotta tra loro, totalmente indifferenti al merito, alla competenza, alla conoscenza, alla capacità”. “Voglio vincere per cambiare Pescara, non per fare l’amministratore di un condominio. Voglio vincere per rivendicare quello che a Pescara spetta, non per galleggiare tra gli equilibri impossibili e incomprensibili delle alleanze tra partiti che oggi governano il Paese e molte amministrazioni locali. Voglio vincere – conclude Carlo Costantini – perché voglio che insieme a me vinca Pescara e vincano i pescaresi”.