A presentarla sono stati i consiglieri Melchiorre, Longoverde, Patrizi e Ciavattella del PD, Seracini del M5S e Spacco, Caralla e D’Anteo, dissidenti di maggioranza del neo-gruppo Uniti per Città Sant’Angelo.
“A quasi sei mesi dall’inizio della discussione su questo tema delicato, che andrebbe ad impattare sul territorio angolano, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Perazzetti, nonostante gli innumerevoli incontri rivolti alla cittadinanza, non ha mai espresso la sua posizione chiara in merito”, affermano in una nota congiunta, “Finalmente sapremo le reali posizioni dell’amministrazione Perazzetti, se porterà avanti gli interessi della nostra comunità o quelli del Comune di Pescara”.
“Ricordiamo”, sottolinea l’opposizione, “che l’area in oggetto dell’intervento, sebbene sulla carta a destinazione industriale, di fatto è a vocazione agricola, è ricompresa nell’ambito del Distretto Rurale denominato Terre Vestine dal Saline al Gran Sasso, e in quello del Contratto di Fiume Tavo-Fino-Saline, come pure quella per la istituzione di un’oasi per la salvaguardia della fauna e dell’ambiente”.
“È una scelta”, proseguono, “che non ha tenuto conto dei dettami del Piano Provinciale aggiornato dei rifiuti che prescrive tra i criteri di localizzazione di tali impianti le distanze minime da osservare in riferimento alla protezione della popolazione dalle molestie causate da emissioni odorigene di materiali putrescenti, 500 metri da centri e nuclei abitati, 200 metri per le case sparse, e 150 dai fiumi. In questo perimetro definito rientrano case, ristoratori, aziende agricole nonché il fiume Fino”.