Forcella – come riferisce Perazzetti – ha un contratto con il Comune ed è il responsabile dell’ufficio di segretaria dell’attuale sindaco Gabriele Florindi. Secondo l’articolo 60 del Testo Unico degli enti locali, però, avrebbe dovuto dimettersi prima del 26 aprile, data in cui è stata presentata la lista Insieme per Città Sant’Angelo, dove Forcella figura tra i candidati al Consiglio Comunale a sostegno dell’ex segretario cittadino del Pd Melchiorre.
La norma, infatti, afferma che la particolare posizione pubblica di un candidato-dipendente comunale nei confronti del cittadino-elettore è, di per sé, se non tempestivamente abbandonata, potenzialmente idonea a condizionare la libera espressione del voto, in ragione della possibilità che si ingenerino, tra candidato-dipendente ed elettore, rapporti tali da poter inquinare la libertà di scegliere i propri rappresentanti senza condizionamenti specifici.
È stato proprio Perazzetti ad avvistare, negli ultimi giorni, Forcella mentre si recava in Municipio con alcuni cittadini. Sorto il dubbio, il candidato di SiAmo ha poi trovato conferma da parte della segreteria comunale delle mancate dimissioni, riscontrando quanto ribadito sia dalla direzione centrale per gli Uffici territoriali del Governo e per le Autonomie locali del ministero dell’Interno, che da una sentenza della Corte di Cassazione (Sezione I Civile, sentenza 11/3/2005 n° 5449): “La particolare posizione pubblica del dipendente-candidato, potrebbe condizionare la libera espressione del voto del cittadino-elettore, in forza dei rapporti che tra loro potrebbero crearsi”.
“Non rimuovere la causa ostativa alla candidatura determina l’invalidità dell’elezione”, spiega ancora Perazzetti, “e ogni voto che andrebbe a Forcella risulterebbe nullo. Se rientrasse in Consiglio comunale, alla prima seduta si dovrebbe invalidare la sua carica prima di fare qualsiasi altra cosa: il chiaro esempio di ciò che combinerebbe ancora il centrosinistra per Città Sant’Angelo. Non sono capaci di rispettare una norma elettorale, figuriamoci come potrebbero amministrare il Comune”.
“È inaudito – incalza Perazzetti – avere la presunzione di governare un ente pubblico senza conoscere e rispettare le sue norme, soprattutto quelle che riguardano la trasparenza. Nella nostra lista c’è chi si è dimesso da incarichi in associazioni civiche, come Italia Nostra, per garantire pulizia e regolarità. Qui, invece parliamo di chi ricopre un importante incarico in Municipio e a stretto contatto con il sindaco: ci auguriamo – conclude Perazzetti – che certe modalità vengano, dal 26 maggio in poi, estromesse dal Comune e dalla comunità angolana”.