Chieti. “L’immenso patrimonio storico-culturale della città di Chieti non può e non deve continuare ad essere solo un punto di “orgoglio autocelebrativo” dei teatini, ma deve necessariamente rappresentare “la radice” sulla quale far crescere l’economia cittadina, attraverso una nuova visione turistica basata non più, o per lo meno non solo, sulla rincorsa alla riorganizzazione sporadica di eventi ma su una lungimirante programmazione di una promozione pubblicitaria delle bellezze offerte dalla città, da effettuarsi sia in Italia che all’estero”.
Così in una nota il capogruppo di Giustizia Sociale in Consiglio Comunale a Chieti, Bruno Di Paolo, che aggiunge: “Allora, se la “tassa di soggiorno”, voluta dall’amministrazione Di Primio, dovesse malauguratamente essere approvata dalla maggioranza nella seduta del Consiglio Comunale del 26 giugno, che almeno il relativo introito, quantizzabile a regime in circa 120.000 euro, non sia utilizzato per improvvisate iniziative o, peggio ancora, per la manutenzione ordinaria del decoro urbano della città, ma destinato esclusivamente ad un cambio di svolta radicale nella gestione del turismo cittadino. Cominciando proprio dal promuovere la città di Chieti, la sua storia e la sua cultura attraverso messaggi pubblicitari e magari degli Info Point nelle città estere (Barcellona, Bruxelles, Bucarest, Dusseldorf, Francoforte, Cracovia, Londra, Malta e Varsavia) e italiane (Bergamo, Milano, Torino e Catania), dove partono gli aerei che arrivano all’Aeroporto D’Abruzzo per “consigliare” ai turisti una visita alla nostra città, considerato che oggi su ogni 100 turisti che fanno scalo all’aeroporto “Pasquale Liberi”, solo il 7% fa visita a Chieti, mentre il 93% ha come destinazione Pescara. Dati che parlano da soli, certamente impietosi per il turismo teatino, che, secondo noi di Giustizia Sociale, trovano origine non sul “maggior appeal” per i turisti verso la città di Pescara, ma dal fatto che le rotte proposte dalle compagnie aeree erroneamente prevedono per le vacanze in Abruzzo la destinazione Pescara e, di conseguenza, i viaggiatori automaticamente, in maniera inconscia, sono portati e scegliere mentalmente la città adriatica come luogo di vacanza”.
“Per questo – conclude Di Paolo – in Consiglio Comunale chiederò al Sindaco Di Primio l’opportunità di far sentire forte la “voce istituzionale della nostra città” per impegnare le compagnie aeree che fanno scalo in Abruzzo all’aereoporto “Pasquale Liberi” e precisamente: Ryanair, Wizz, Volotea, Alitalia e Blue Air a cambiare la denominazione delle rotte proposte, sostituendo Pescara con Pescara-Chieti o, in alternativa, con il più generico “Abruzzo”. Non si tratta di una rivendicazione a base campanilista verso Pescara o di una ripicca su questioni di “lana caprina”, ma di una richiesta giusta e legittima che sposterebbe oltre ad alcuni equilibri nella cosiddetta aera metropolitana, ma anche, e soprattutto, centinaia di migliaia di euro di introito turistico per la città”.