Caramanico. “A questa Regione non sono bastati 65 giorni per sottoscrivere il contratto per le prestazioni termali tradizionali . Anzi, sembra che l’abbiano deliberato ma con una durata di poco più di 4 mesi e non triennale come in passato”.
E’ il responsabile di Rete Abruzzo e capogruppo consiliare di Uniti per Caramanico Mario Mazzocca, a rincarare la dose sulla querelle Regione-Terme di Caramanico. Della sperimentazione in materia di riabilitazione in ambito termale a costo zero per il Servizio Sanitario Regionale e delle piscine termali, con fondi per 2,5 milioni di euro lasciati in eredità dalla giunta D’Alfonso da investire sul sistema termale di Caramanico, non v’è traccia”, incalza Mazzocca, “così come non si hanno notizie del tavolo di crisi istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Perché? Possibile sia questo l’interesse per Caramanico e il termalismo in Abruzzo? È questo l’interesse per i lavoratori e le aziende del territorio? O ci sono altre ‘mire’ a noi sconosciute ?”.
“Dalle notizie provenienti dal Tavolo regionale – continua Mazzocca – sembrerebbe che dei timidi vagiti siano finalmente usciti. Pare, infatti, che il percorso che questa Regione si avvierebbe (ancora troppo lentamente) ad intraprendere, sarebbe quella del solco all’epoca tracciato (e finanziato!) dallo scorso Governo regionale, nonostante il parere diametralmente opposto formulato dalla maggioranza di governo qualche giorno fa, allorquando in V Commissione, con la complice astensione dei 5Stelle, formulò un NO chiaro e netto agli interventi istituzionali necessari per superare la crisi delle Terme di Caramanico ed avviare una fase nuova con la valorizzazione del termalismo abruzzese. E ci sono voluti sei mesi ! Vediamo quanti ce ne vorranno ancora per passare dalle parole ai fatti”.