Atessa. Parte la mobilitazione contro gli impianti di rifiuti pericolosi, che dovrebbero aprire in territorio di Atessa. Ieri pomeriggio, in Comune, convocato dal sindaco Giulio Borrelli, si è tenuto un incontro, sollecitato da ecologisti, comitati e diverse associazioni ambientaliste, che hanno chiesto di essere informati sui progetti in atto. Presenti, tra gli altri, Pasquale Zaccardi, assessore all’Ambiente del Comune di Atessa e il consigliere Antonio Campitelli, che si occupa di Protezione civile. Si tratta una prima iniziativa, che si traduce in una “chiamata alle armi” dell’intero territorio.
Il primo cittadino, qualche giorno fa, ha inviato una lettera al Dipartimento Politiche ambientali della Regione Abruzzo, evidenziando la propria netta contrarietà alla riapertura, da parte della società Ecoeridania, dell’impianto Ciaf, situato in località Piazzano di Atessa, che “in passato ha creato grossi problemi al territorio”. No deciso anche alla realizzazione, in contrada Saletti, dell’impianto per rifiuti sanitari a rischio infettivo proposto dalla ditta Eugenio Di Nizio di Mafalda, Campobasso. “La situazione – ha esordito il primo cittadino di Atessa – è allarmante. Nei giorni scorsi in municipio sono venuti due tecnici della ex Maio.Com, ora Ecoeridania, comunicando l’intenzione dell’azienda di riattivare la Ciaf che, da queste parti, evoca situazioni angosciose”. Le sorti di Ciaf sono attualmente affidate al Tribunale di Lanciano, dove è aperta la procedura di concordato preventivo. Ecoeridania è intenzionata a rilevare le autorizzazioni e a investire, oltre 4 milioni, per bonificare e rimettere in funzione l’impianto, che può trattare anche fanghi industriali e scarti di aziende chimiche. “Bisogna capire – ha spiegato Borrelli – il rischio che rappresentano la attivazione della Di Nizio e la riattivazione della Ciaf per l’intera Val di Sangro. Si tratta di strutture incompatibili con l’attuale sviluppo e con la Zes (Zona economica speciale) su cui stiamo lavorando per creare occupazione e nuove opportunità, legate al territorio”.
Le associazioni presenti si sono dette pronte a mettere a disposizione tutte le forze per difendere la Val di Sangro e sostenere la battaglia lanciata dal sindaco. “Mentre è in corso la procedura di autorizzazione per un impianto di trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo mediante sterilizzazione, con adiacente deposito per rifiuti pericolosi e non pericolosi, come previsto dal progetto della ditta Di Nizio di Mafalda -hanno evidenziato, congiuntamente, le diverse associazioni che hanno partecipato all’incontro- si pensa di riaprire, a pochi chilometri, l’impianto Ciaf , che già in passato ha creato gravi danni ambientali, rilevati dalle indagini dell’Arta, con inquinamento atmosferico, per valori oltre i limiti degli inquinanti aromatici; e con inquinamento dei pozzi, con presenza di metalli pesanti nelle acque. Restano, inoltre, le perplessità di fronte alle carenze dell’impianto, che negli anni più volte le associazioni avevano denunciato: le tipologie di rifiuti tossico-nocivi che possono essere smaltite necessitano di tecnologie e impianti di cui l’azienda non disponeva nel 2003 e non dispone ovviamente oggi. Le indagini tristemente note della magistratura hanno dimostrato che i dubbi sulla capacità di smaltimento di rifiuti nocivi dell’impianto, sollevati negli anni dalle associazioni ambientaliste, erano più che fondati”.
Al termine dell’incontro è stato creato un tavolo tecnico, che dovrà esaminare le varie questioni. “Il gruppo di lavoro – dice il sindaco Borrelli – è aperto a tutte le associazioni ambientaliste che, mi auguro, saranno numerose e vorranno collaborare a dare il proprio apporto, in modo che le iniziative che verranno prossimamente intraprese, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, siano concordate e coordinate con tutti i gruppi che vogliono impegnarsi in questa battaglia”. Il 18, in Comune, si riunirà il Coordinamento dei sindaci per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio.