L’Aquila. Don Luigi Ciotti, referente nazionale Libera e fondatore del Gruppo Abele , presente a L’Aquila al convegno organizzato dall’Agenzia delle Entrate sul tema “Noi contro la corruzione”, prima di prendere parte al dibattito organizzato dall’Agenzia delle Entrate, ha detto che “in Abruzzo, soprattutto all’Aquila, la presenza mafiosa c’era ben prima del terremoto e oggi, guarda caso, nell’inchiesta su Mafia Capitale compaiono personaggi che operano in questo territorio”.
Per Don Ciotti tutto questo si può combattere “facendo le cose giuste, facendole seriamente, con grande trasparenza e chiarezza, non dimenticando che corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia. Una riflessione che fa emergere le cose positive che vengono fatte ma anche la responsabilità di continuare a cercare le cose che non vanno”.
Riguardo alla volontà del governo Renzi di aumentare i tempi per la prescrizione per i reati legati alla corruzione si è invece espresso così: “Preferirei che non ci fosse la prescrizione. Non basta l’innalzamento delle pene, è un segno importante ma non sufficiente, mi auguro che si possa fare molto di più”.
Don Luigi Ciotti, sacerdote impegnato nella lotta a tutte le mafie che definì la corruzione come “l’emblema di una società che ruba a se stessa”, ha poi ricordato durante il convegno che il problema più grave non è solo chi fa il male ma quanti guardano e lasciano passare. “L’etica è il primo argine dell’illegalità, un obiettivo che deve fare da sfondo a ogni progetto, investimento e scelta strategica. Il nostro lavoro – ha spiegato il sacerdote – è etico quando non prestiamo il fianco a compromessi, scorciatoie e prepotenze di chi vuole calpestare i diritti in nome di privilegi; ogni passo indietro è un passo verso la corruzione”.