“Proprio ieri bene ha fatto il consiglio comunale di Bussi ad approvare un ordine del giorno per il blocco degli aumenti”, spiegano Maurizio Acerbo e Corrado Di Sante, invitando tutti i consigli comunali a “fare lo stesso contro questa misura ingiustificata e antipolare”.
“L’Unione Nazionale Consumatori, ha stimato che l’aumento significherà per una famiglia tipo, spendere su base annua (e dunque ipoteticamente dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022, nell’ipotesi di prezzi costanti), 56 euro in più per la luce e 158 euro per il gas. Una maggior spesa complessiva pari, quindi, a 214 euro”, aggiungono gli esponenti Rc, “Non è un caso che l’aumento delle bollette sia arrivato il 1 luglio insieme allo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti a dimostrazione che questo è un governo che la crisi la fa pagare a chi sta in basso mentre destina un fiume di miliardi alle grandi imprese”.
“L’aumento del 15,3% non è comunque giustificabile sulla base dell’aumento dei prezzi del gas sul mercato mondiale. Infatti in Francia è al di sotto del 10%. Non si capisce dunque perchè in Italia debba essere così rapido e elevato. Chiediamo che il governo intervenga con una misura di blocco degli aumenti e riduzione al 5% dell’IVA che paghiamo sulle bollette. Inoltre chiediamo che il governo Draghi revochi il passaggio obbligato al mercato libero che scatterà il prossimo 1° gennaio 2023”, concludono il segretario nazionale e provinciale di Rifondazione.