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Così in una nota il consigliere regionale di M5S, Pietro Smargiassi, che aggiunge: “Nell’interrogazione si punta il dito contro una norma che pare agevolare un socio privato – che attualmente si occupa degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione per una sola società mista – sottraendo di fatto dei beni patrimoniali pubblici. Se i sospetti del MoVimento 5 Stelle dovessero rivelarsi fondati, se gli impianti finissero fra le mani di un privato (magari senza gara pubblica?), con quali soldi si finanzierebbero le spese di gestione e di funzionamento dell’Arap? Si tratta di un progetto nato già morto, perché incapace di reggersi sulle sue gambe e quindi destinato a chiudere? Si tratta di un’operazione con l’unico risultato di fare un regalo a dei privati?”.
“Ricordiamo – conclude Smargiassi – che nel calderone dell’Arap sono stati fusi i sei consorzi industriali abruzzesi, senza fra l’altro fare distinzione tra buoni e cattivi (e a farne le spese ovviamente sono i pochi virtuosi in attivo, come l’area di Vasto). Con la nascita dell’Arap si è parlato di gestione migliore, di sparizione di Cda e di collegi sindacali, quindi di risparmio, nonché di valorizzazione dei dipendenti: dietro queste belle parole, non si nasconderà forse il consueto favore sottobanco a una gestione privata, come sempre a discapito dei beni pubblici e dunque dei cittadini?”.