I consiglieri regionali Lorenzo Berardinetti ed Andrea Gerosolimo, intervengono così in merito alla eventuale chiusura del punto nascite dell’ospedale di Sulmona invocando attenzione e senso di responsabilità da parte della giunta regionale.
“Nel recente passato nell’area del centro Abruzzo – hanno all’unisono dichiarato i consiglieri -, sono stati effettuati numerosi tagli: prima quello del punto nascite dell’Ospedale di Castel di Sangro e poi quello di Popoli. L’ospedale di Sulmona, è oggi, di fatto, l’unico nosocomio a garantire questo servizio in un’area vasta ed orograficamente svantaggiata qual è quella dell’Abruzzo interno. Il decreto Fazio fissa lo stringente parametro per l’attivazione di punti nascite a 500 parti. Ma, a fronte di questo dato numerico, non si può fingere di non sapere che, ad esempio, i dati dell’Agenas hanno sottolineato come la regione Abruzzo abbia una tra le più elevate percentuali in Italia di mortalità e morbilità perinatale. Se si considera che l’ospedale di Sulmona è centrale ed ha un bacino di utenza che abbraccia territori montani e disagiati come l’Alto Sangro, la Valle del Sagittario e la Valle Subequana, appare evidente come sia inconcepibile chiudere il punto nascite peligno e costringere centinaia di donne a partorire in strutture lontane almeno 100 chilometri, tenuto conto che l’evento nascita, contrariamente a quanto si possa pensare, può essere gravato da complicanze improvvise”.
Da qui la richiesta di Berardinetti e Gerosolimo, al Presidente della Regione, Luciano D’Alfonso e all’Assessore Silvio Paolucci, di “adoperarsi affinché sia evitata la chiusura del punto nascite del Santissima Annunziata, mettendo a conoscenza il Governo centrale della posizione strategica dell’ ospedale di Sulmona che, pur non rientrando , per il momento, nei parametri stabiliti dal Decreto Fazio, va assolutamente salvaguardato, nell’interesse delle future mamme e dei nascituri di tutto il centro Abruzzo”.