Terremoto, tra infiltrazioni mafiose, errori e morosi per la Bindi: ‘L’Aquila ha diritto alla ricostruzione’

commissioneantimafiaL’Aquila. “Abbiano trovato la consapevolezza delle istituzioni sulla necessita’ di fare indagini, di controllare e anche dopo avere individuato alcune difficolta’ con carenze e alcune contraddizioni che ci sono dentro la legislazione di chiedere con forza strumenti piu’ adeguati. Noi ribadiamo con forza che L’Aquila e tutto il cratere hanno diritto alla ricostruzione, hanno diritto a ricostruire il loro tessuto sociale ed economico hanno tutto il diritto a ritornare ad essere una citta’ che guarda al futuro con la ricchezza di tutta la sua storia. Pero’ e’ doveroso che il denaro pubblico venga speso bene e che ci siano i controlli adeguati”.

Cosi’ la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, nella conferenza stampa tenuta oggi in prefettura. “Le criticita’ si sono riscontrate nella ricostruzione privata che ha una normativa meno vigorosa – ha osservato l’on. Bindi – che da’ minori strumenti in mano alle istituzioni, alle forze dell’ ordine, alla magistratura. Noi sappiamo che il Governo sta gia’ lavorando in questo senso. Noi faremo un lavoro di coordinamento, noi faremo la nostra parte. Ci sembra che alcune proposte emerse siano da considerare. Innanzitutto – ha spiegato la presidente – va colmato il sistema informativo: non c’e una banca dati per Prefettura, per la magistratura, non ne disponiamo nella sua interezza non si e’ in grado di conoscere chi lavora in questo territorio, la tracciabilita’, tutti i lavori assegnati, quindi una carenza del sistema informativo che va assolutamente colmato, e’ una carenza che ritorna. All’ Expo abbiamo incontrato la stessa difficolta’. Non a caso la prima cosa poco chiara e’ accaduta nell’ appalto per costruire il sistema informativo per l’ Expo, chissa’ perche’ le banche dati fanno tanta paura, lo sappiamo perfettamente perhe’ nelle opacita’ ci si inserisce con maggiore facilita’”.

Per Rosy Bindi “Occorrono norme simili a quelle per la ricostruzione pubblica per quanto riguarda i subappalti. Io penso – ha aggiunto – che sia arrivato il momento di conferire lavori quando si conoscono i subappaltanti sia nel pubblico che nel privato, da subito, partire dalla fase progettuale, poi proibire il trasferimento degli incarichi perche’ anche questo si e’ dimostrata essere una strada pericolosissima in cui i malintenzioanti si sono ben inseriti. Un altro aspetto molto importante e’ relativo a tutto il sistema dei controlli: l’accesso ai cantieri sia della ricostruzione pubblica che privata deve avere tutti gli strumenti necessari. L’ ultimo caso che ci ha indignati di piu’, quello dello sfruttamento dei lavoratori, ci dimostra che tutto questo non puo’ richiedere due anni di intercettazioni perche’ tutto questo sarebbe potuto essere possibile se ci fossero state queste regole, se ci fosse stata la possibilita’ di controlli non necessariamente attraverso le intercettazioni ma attraverso le forze dell’ordine”.

“Io credo che il Governo stia gia’ lavorando sulle norme ad hoc per combattere le infiltrazioni della mafia negli appalti, e naturalmente anche noi con questa visita faremo la nostra parte per dare il nostro consiglio, il nostro parere ma anche per chiedere un’ accelerazione. In Italia siamo attrezzati a combattere le mafie”.Ha aggiunto la presidente della Commissione parlamentare antimafia. 

“No i soldi pubblici devono arrivare per le necessita’ che ci sono. Va controllato il modo con il quale vengono spesi. Gli aquilani e gli abruzzesi non possono essere privati dei fondi per la ricostruzione poiche’ hanno tutti i diritti ad averli. E’ dovere delle istituzioni approntare i controlli, e un sistema che cnsenta che questi soldi siano spesi bene”. Cosi’ la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, all’ Aquila con i membri della stessa Commissione per fare il punto sulle inchieste antimafia nell’ ambito della ricostruzione privita del post terremoto, ha risposto a chi tra i giornlisti chiedeva se le inchieste possono bloccare l’invio di soldi pubblici da destinare alla lunga e difficile ricostruzione.

“Possiamo confermare che noi abbiamo innanzitutto colto una consapevolezza da parte di tutte le istituzioni della complessita’, difficolta’ della situazione che permane in questa in citta’ e in tutto il cratere sismico con l’aggravante di una presenza significativa ma per adesso circoscritta, cosi’ ci dicono le indagini, della criminalita’ organizzata di stampo mafioso che si e’ accompagnata e seguita con un metodo corruttivo che ancora una volta ha avuto le sue conferme”. Lo ha detto l’on. Rosy, Bindi, nella conferenza stampa al termine della missione a L’Aquila della Commissione parlamentare antimafia da lei presieduta in citta’ per fare il punto della situazione sulle infiltrazioni mafiose nei lavori del post terremoto. “In questa regione – ha osservato – non si poteva parlare di una presenza delle mafie se non per i casi registrati sulla costa e in maniera particolare a Tagliacozzo (L’Aquila) tema oggi di attualita’ con l’ ulteriore tracciabilita’ dei patrimoni di Ciancimino che e’ emersa grazie al lavoro della Procura di Roma e quindi si puo’ affermare che la tragedia del terremoto e gli errori che sono stati compiuti nella fase immediata dell’ emergenza e della ricostruzione almeno in una prima fase hanno rappresentato un po’ anche il vettore di insediamento delle mafie”.

Per la Bindi “ancora una vola le mafie si dimostrano molto abili, capaci di capire le nostre fragilita’ e il fatto di avere usato il lavoro, questa circostanza che oggi e’ la parte del nostro paese piu’ debole piu’ esposto e di averlo fatto con il loro metodo che e’ quello non tanto di far soldi quanto di tenere in pugno le persone, di affermare il loro potere il loro domino, la loro capacita’ di espandersi, questo ci preoccupa molto ma rafforza la nostra convinzione di istituzioni che in questo paese sono forti e possono vincere una battaglia, ma devono dotarsi di strumenti adeguati”.

Sulla fase emergenziale del post-terremoto aquilano la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, non ha lesinato qualche critica. In particolare ha parlato di errori fatti nella gestione del post-sisma evidenziando che “il tessuto di questa citta’ si e’ disgregato perche’ non si e’ fatto niente per trattenere gli aquilani all’ Aquila, a cominciare dal fatto che si sono costruite le case fuori dal centro storico. In parte era necessario, forse. Bisognava dimostrare “quella grande efficienza della prima fase” ma poi si e’ visto che “questa prima efficienza non c’e’ stata”. Per l’on. Bindi che ha parlato di “troppe deroghe”, in quel momento “la protezione civile ha potuto operare con poche regole. “Se tutti dicono che le peggiori case sono quelle assegnate a tutti i pellegrini quelli legati ad Anemone – ha osservato la presidente – si e’ compiuto un errore nel montare le casette pensando di fare una cosa buona mentre c’e’ stata una fuga da questa citta’ perche’ nessuno ha aiutato a scegliere di restare qui, non sara’ un caso se questa citta’ si e’ riempita di cantieri dopo il piano Barca che ha accelerato e sbloccato la situazione, lo hanno detto tutti gli interlocutori di oggi, nella prima fase qualche errore e’ stato fatto. L’ Aquila in una certa fase era stata adottata da tutto il mondo – ha ricordato l’on. Bindi – e questo in una certa fase ha comportato dei benefici. Poi pero’ e’ stata un po’ abbandonata dal paese. Ora mi pare ci siamo messi sulla retta strada con il Governo che ha intenzione di fare sul serio”.

 “Insieme al vicesindaco, Nicola Trifuoggi, oggi ho avuto un lungo e illuminante confronto con la Commissione Antimafia e la Presidente Bindi, in visita in citta’”. Inizia cosi’ una nota dell’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano. Nel corso del colloquio – riferisce l’amministratore – si e’ delineato un quadro generale della situazione nel cantiere piu’ grande d’Europa e un riepilogo della normativa a partire dei primi atti varati dal giorno del sisma. Abbiamo anche rappresentato quali sono, a nostro avviso, le possibile modifiche ed iniziative parlamentari che meglio e piu’ speditamente facciano procedere nella ricostruzione privata, oggi purtroppo deficitaria di regole certe. Abbiamo anche segnalato la necessita’ che il Parlamento possa dotarsi di una norma nazionale sulle calamita’ naturali, comprensiva di quelle regole necessarie alla gestione dell’emergenza ed infine, abbiamo delineato quali potrebbero essere i passaggi tramite i quali rientrare nella normalita’ delle funzioni locali. Infine – conclude di Stefano – abbiamo informato la Commissione e la Presidente Bindi, che voglio ringraziare a nome dell’intera amministrazione comunale, dell’esaurimento delle risorse finanziarie dedicate alla ricostruzione, ribadendo l’assoluta necessita’ che venga subito varata una strategia economica per il finanziamento della ricostruzione sia dell’Aquila che dei Comuni del cratere sismico”.

“La ricostruzione dell’Aquila e del cratere deve andare avanti senza interruzioni e con maggiori controlli”. Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane, a margine della conferenza stampa della Commissione parlamentare antimafia all’Aquila. “Sono d’accordo con l’onorevole Bindi, che ringrazio ancora per aver accolto il mio appello di venire all’Aquila – dichiara – che l’infiltrazione delle cosche non puo’ e non deve bloccare il flusso dei finanziamenti. Occorrono norme piu’ stringenti soprattutto nel settore della ricostruzione privata, dove bisognera’ porre maggiore attenzione ai subappalti, introducendo dei limiti, sul modello della disciplina della ricostruzione pubblica. Questo e’ uno dei temi che sara’ al centro del nuovo provvedimento su cui sto lavorando, in squadra con il sottosegretario Legnini. Domani sera – annuncia la senatrice – avremo un incontro con tutti i parlamentari abruzzesi per mettere a punto le priorita’ da inserire nel testo di legge”.

“A mio avviso c’e’ stata una sottovalutazione della presenza delle mafie prima ancora del terremoto. Spesso ha prevalso un atteggiamento minimalista in qualche caso negazionista e questo ha fatto del male alla terra d’Abruzzo. Non ha preparato i cittadini alle istituzioni, a quello che poi e’ avvenuto nel post terremoto. E’ stato un errore avere sottovalutato la presenza della ‘Ndrangheta con i Ferrazza, e stato un errore avere sottovalutato la presenza della camorra con i Cozzolino, di Zangari con Ciancimino con Cosa Nostra”. Lo ha detto Giuseppe Lumia, membro della Commissione parlamentare antimafia, dopo aver partecipato alla riunione (presieduta da Rosy Bindi) presso la prefettura dell’Aquila, per fare il punto sul pericolo delle infiltrazioni della criminalita organizzata soprattutto negli appalti della ricostruzione privata. “Un atteggiamento minimalista, un atteggiamento negazionista – ha aggiunto – che non ha avuto la capacita’ di valorizzare la straordinaria cultura della legalita presente in questa regione”.

Lumia non ha dubbi: “E’ arrivato il terremoto e sono arrivate le mafie. Abbiamo avuto l’impressione che qui non e’ stata organizzata una capacita’ di azione preventiva in grado di colpire questo arrivo che e’ stato travolgente. Adesso bisogna voltare pagina, bisogna fare tesoro dell’esperienza positiva maturata in questi anni ma anche degli errori, dei limiti. Penso – ha proseguito il senatore Pd – che bisogna avere il coraggio di sbloccare le risorse, l’Abruzzo ne merita di piu’ per programmare anche la conclusione della ricostruzione e merita soprattutto nel settore privato un maggiore controllo di legalita’. Bisogna fare in modo che la comunita’ viva questo momento sotto l’insegna della legalita’ e dello sviluppo. L’ultima operazione che e stata fatta che ha colpito la famiglia Di Tella e ha coinvolto degli imprenditori locali, famosi nel territorio aqauilano, quali Gizzi, e i Serpetti, e altri imprenditori, deve diventare una occasione per valutare gli errori fatti e per costruire una vera svolta che dovra’ vedere come protagonisti le istituzioni e dovra’ vedere protagonisti la capacita’ preventiva e repressiva dello Stato per far capire che in Abruzzo bisogna venire ma con il piede giusto e che le imprese locali non devono mai prestare il fianco alla presenza delle mafie”.

Terremoto: Cialente, tra morosi molte madri sole

“In data odierna ho trasmesso a tutte le Istituzioni coinvolte i nomi di 115 morosi totali alloggiati nei quartieri Case, nei villaggi Map e negli alloggi del Fondo immobiliare”. Lo rende noto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. “Come prevedevo – ha proseguito Cialente – si tratta soprattutto di donne sole con figli a carico, in gran parte di nazionalita’ italiana. Secondo l’atto di citazione della Corte dei Conti tra questi nuclei familiari, non sfrattati dal Comune dell’Aquila per ‘mero calcolo di tornaconto politico’, lo sgombero non provochera’ alcun problema di ordine pubblico, questione che sarebbe stata da me pretestuosamente sollevata. Poiche’ credo, e a questo ho improntato tutta la mia vita, che lo Stato e’ sacro ed e’ anche unico, mi aspetto che le autorita’ competenti – a questo punto, credo, in particolare il Ministero delle Finanze e il Ministero dell’Interno – procedano a sfrattare queste famiglie. Se cio’ avverra’ senza nessun problema di ordine pubblico e senza costi aggiuntivi ben superiori ai possibili benefici a carico dello Stato, mi assumero’ personalmente, anche per conto dei colleghi di Giunta e dei dirigenti, tutte le responsabilita’ di giustizia contabile, oltre che politiche ed eventualmente penali. In molti mi stanno consigliando di mantenere toni bassi, di difendermi individualmente, senza sollevare polemiche con il Governo o con altre articolazioni istituzionali del Paese, anche in autotutela. Come piccolo cittadino italiano – ha dichiarato ancora il sindaco – che crede nel Paese e nello Stato democratico, invito invece lo Stato, che e’ uno, ad assumersi le sue responsabilita’, rispetto alle quali, in questi cinque anni, ci ha spesso lasciati soli. Comunico inoltre che, nel caso in cui il Ministro degli Interni e il Prefetto dovessero convocare, ai fini di procedere agli sfratti, un Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, il Comune dell’Aquila, membro di diritto, non partecipera’, poiche’ tutte le preoccupazioni, l’intera ed oggettiva rappresentazione della situazione e le condizioni economiche furono espresse dal Comune in data 14 febbraio 2014. Stesse considerazioni riportate nell’audizione presso la Corte dei Conti. Alla luce dell’atto di citazione, pervenuto a me e ai miei collaboratori il 14 luglio, l’Amministrazione comunale dell’Aquila attende una risposta da parte dello Stato. L’elenco delle famiglie da sfrattare, terremotate e disperate – ha concluso Cialente – viene trasmesso, otre che al Governo, anche alla Presidenza della Repubblica. La citta’ dell’Aquila, da cinque anni martoriata ed abbandonata, chiede allo Stato di battere un colpo. L’Italia vive una difficile crisi, morale e di articolazione delle sue Istituzioni. Il dovere di ciascun cittadino, anche se molto piccolo, e’ quello di richiamare le Istituzioni Costituzionali a svolgere ciascuna il proprio ruolo con coraggio, sino in fondo. E’ facile, sarebbe facile, tenendo a mente la Costituzione”.

Foto Ansa

 

 

 

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