Così commenta gli ultimi episodi di cronaca il Movimento 5 Stelle L’Aquila.
“Sembra che, per colpa di alcuni imprenditori, ufficialmente, la camorra sia diventata parte integrante e motore primario di un processo di ricostruzione che, ormai, non sembra avere più niente di legale. I Casalesi, già presenti nell’Alto Sangro, nel Fucino e in città, forse, da decenni, stavolta, secondo la Guardia di Finanza, hanno trovato, nelle urgenze del terremoto, terreno più che fertile tramite questi (primi?) 7 presunti delinquenti, riuscendo a portare a casa il 70% dei profitti di impresa, cifre da capogiro. Presunti boia – spiegano gli attivisti – che avrebbero consegnato, senza vergogna, la città a gentaglia che, quando vorrà e riterrà più opportuno, non si farà scrupoli anche ad usare la violenza, al fine di ottenere vantaggi economici, trasformando il nostro territorio in quel far-west proprio di tutti i luoghi dove ‘il sistema’ mette mano. Più che a un ‘lavoro sporco’ (dirty-job) ci troviamo di fronte ad una ricostruzione sporca con politici corrotti, funzionari pubblici mazzettari, imprenditori criminali e mafiosi a fare (in associazione ) da protagonisti. A tal proposito, ricordiamo, tristemente, i recenti rinvii a giudizio di esponenti dell’amministrazione comunale cittadina”.
Come MoVimento 5 Stelle L’Aquila ci chiediamo: “chi, oltre ai 7 presunti criminali, ha permesso che le ‘porte della città’ si spalancassero ai clan camorristici? Come possiamo ostacolare questo processo di desertizzazione morale e legale del nostro amato territorio? Come possiamo aiutare gli inquirenti a stanarli? Come possiamo costringere chi è al potere a colmare le lacune legislative che permettono ai corrotti, ai mafiosi di farla franca? La risposta è sempre la stessa: attivandoci per dibattere i problemi e mobilitare indistintamente tutti gli onesti. Non possiamo permettere a tutti i referenti politici che sono stati a vario titolo complici di questo stato delle cose di meravigliarsi e tirarsi fuori dal sistema che hanno concorso a creare. Il nostro sta diventando sempre più un appello disperato alla popolazione aquilana che, come un punchball, subisce pugni, calci e sembra, ormai, non reagire. Non possiamo immaginare alcun futuro per il nostro territorio e per i nostri figli che non sia caratterizzato da imbrogli, mazzette e corruzione a meno che tutti i cittadini, senza distinzioni alcune, non troveranno il coraggio di riappropriarsi delle proprie vite, vivendole come un sano, condiviso, progetto civico e non – concludono gli attivisti – come un ineluttabile destino”.