L’evento, che vedrà la partecipazione quale relatore di Marco di Michele Marisi, responsabile abruzzese del Comitato 10 Febbraio verterà sulla storia della Venezia Giulia e della Dalmazia nella prima metà del Novecento, dalla Prima Guerra Mondiale fino alla tragedia delle Foibe e della pulizia etnica della popolazione italiana.
“Con questa conferenza, vogliamo contribuire a fare luce, in maniera assolutamente oggettiva ed imparziale, sulle vicende accadute nelle terre della Venezia Giulia e della Dalmazia negli anni a cavallo tra la Prima Guerra Mondiale ed il secondo Dopoguerra, troppo spesso oggetto di distorsione ad opera di una pubblicistica storica ideologicamente prevenuta sul tema. La Venezia Giulia e la Dalmazia, terre da sempre italiane per storia e cultura, furono teatro di avvenimenti dal grande significato storico per la nostra nazione: dal loro ricongiungimento allo stato nazionale italiano a seguito della vittoria nella Grande Guerra, fino al dramma della pulizia etnica operata dalle milizie jugoslave, interessate a cancellarne il carattere di italianità per procedere poi alla loro annessione”.
Così Nico Barone, responsabile CasaPound per la città frentana, in una nota sull’iniziativa.
“La tragica vicenda delle Foibe e dell’Esodo – continua Barone – con migliaia di morti e centinaia di migliaia di profughi, rappresenta ancora oggi una ferita profonda e non sanata nella memoria storica dell’Italia. Per decenni, le Foibe sono state oggetto di una vera e propria “congiura del silenzio”, per il desiderio dei governi democristiani di non ledere i rapporti con la Jugoslavia e del mondo accademico, culturale e politico di sinistra di non gettare cattiva luce sulle forze titine e sui loro alleati italiani. Ancora oggi, a dispetto dell’istituzione del Giorno del Ricordo del 10 Febbraio, esistono movimenti che in Italia in occasione di quella data organizzano convegni negazionisti, come accaduto quest’anno a Vasto e a L’Aquila. Segno, questo, di come ancora oggi esistano ambienti che in nome del fanatismo ideologico e dell’odio politico rifiutano di riconoscere il dramma di cui furono vittime i propri connazionali”.“Da parte nostra – conclude il responsabile frentano CPI – in linea con l’impegno profuso da CasaPound Italia a livello nazionale fin dalla sua costituzione, continueremo ad impegnarci perché il ricordo di questi eventi possa diffondersi il più possibile, e nella forma più corrispondente possibile alla realtà dei fatti, come atto dovuto nei confronti di quanti persero la vita o dovettero abbandonare la propria terra natia per il solo fatto di essere italiani, ed in ragione del valore fondamentale che il recupero della memoria storica, specie nelle sue pagine più dolorose, ha nell’edificazione di uno spirito di fratellanza tra tutti gli italiani, sentimento di cui in questo grave momento di crisi si sente quanto mai bisogno”.