Chieti. In vista delle prossime elezioni regionali, martedì mattina si è svolto a Chieti un incontro del tutto particolare che ha riscosso l’interesse di numerosi cittadini.
Nella centralissima piazza Giambattista Vico, infatti, il candidato consigliere regionale di Chieti Bruno Di Paolo ha voluto incontrare il candidato presidente Luciano D’Alfonso non per il solito taglio del nastro o per un classico comizio in forma di monologo, ma per porgli una serie di domande dinanzi alla cittadinanza.
Davanti ad almeno duecentocinquanta “testimoni” alle 11,00 di mattina di una giornata lavorativa – a dimostrazione del grande interesse dei cittadini per il dibattito -, dunque, Bruno Di Paolo ha interrogato D’Alfonso su dieci punti che riguardano la città di Chieti ed il suo territorio.
Un incontro molto sui generis, dunque, come forse mai si era visto a Chieti e in Abruzzo, dove spesso i politici sono abituati a parlare in maniera autoreferenziale e non affrontando del tutto apertamente alcuni temi spinosi.
In questo caso D’Alfonso è stato chiamato da Di Paolo a mettere la faccia davanti ai cittadini, chiedendogli quali impegni abbia intenzione di prendere riguardo i principali problemi che affliggono la città.
Dieci punti, dieci domande poste in modo diretto e che prevedevano risposte precise e secche: Di Paolo ha infatti incalzato D’Alfonso chiedendogli che le risposte fossero condensate in non più di tre minuti ognuna, in modo tale che i cittadini presenti potessero ascoltare senza troppi giri di parole ed in modo ben preciso quali siano le intenzioni del candidato governatore per rilanciare Chieti e l’intero comprensorio teatino.
Di Paolo ha detto chiaramente che, nell’appoggiare D’Alfonso, non mancherà mai di ricordargli gli impegni presi di fronte ai cittadini di Chieti in questa giornata, e che sarà la sua spina nel fianco nel caso questi impegni non dovessero essere rispettati .
Ecco perché ha voluto chiedergli di rispondere a questi fatidici dieci quesiti di fronte alla gente, in una delle piazze simbolo di Chieti.
Una novità, quella di oggi, che vorremmo vedere più spesso: politici che non lanciano slogan generici, ma che in un dibattito fanno domande concrete chiedendo risposte concrete.