L’Aquila. L’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari di L’Aquila, a seguito della Sentenza della Corte Costituzionale n. 17 del 31/017/2014, dal 1 Febbraio 2014 è priva di Direttore.
Lo hanno ribadito Carmine Ranieri della Cgil FP, Vincenzo Traniello della Cisl FP, Silvana De Paolis della DIRER e Fabio Frullo della Uil FP, specificando che “la sentenza della Suprema Corte ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art.2, commi 5°, 6° e 7°, della legge della Regione Abruzzo 28/12/2012, n. 71 in tema di mobilità ed esubero di dirigenti e di affidamento di incarichi dirigenziali a funzionari. Tale Sentenza ha definitivamente rimosso l’illegittimità, perpetrata per due anni, durante i quali il Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari di L’Aquila ha affidato ad un funzionario l’incarico di Direttore pur in presenza di un dirigente, privo di incarico, che è stato posto in esubero. Anche il provvedimento con cui tale dirigente veniva rimosso, è stato dichiarato illegittimo dal giudice del lavoro con Sentenza n. 450/13 del 16/9/2013 con la quale, tra l’altro, è stata ordinata la sua immediata reintegra all’interno dell’Azienda D.S.U. nonché il pagamento delle spettanze retributive per il periodo di mancato lavoro”.
I sindacati sottolineano però che “nonostante la sentenza del Giudice del Lavoro, che è immediatamente esecutiva, il Consiglio d’Amministrazione, che si è riunito più volte, non ha adottato alcun provvedimento in merito, anzi, ha illegittimamente prorogato l’incarico al funzionario. Il Consiglio avrebbe potuto richiamare in servizio il precedente Direttore, rimosso illegittimamente, come espressamente dichiarato dalle competenti strutture della Regione Abruzzo. Per ragioni “incomprensibili” il Consiglio di Amministrazione, presieduto da Francesco D’Ascanio, ha preferito ignorare la posizione dei settori competenti della Regione Abruzzo, proseguendo con affidamenti di incarichi in pieno contrasto con la sentenza del Giudice del Lavoro. Anche il Presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi, e l’Assessore competente, Paolo Gatti, non essendo intervenuti nella problematica dell’ADSU di L’Aquila, nonostante i parerei dei servizi della Regione stessa, hanno contribuito a far si che si perpetrassero le illegittimità riscontrate”.
I sindacati ricordano di aver “già denunciato dal 26 giugno 2013, con lettere inviate alla Regione e comunicati stampa, che ci si trovava di fronte all’ennesimo caso di cattiva gestione della cosa pubblica dove gli amministratori adottano provvedimenti di dubbia legittimità che paralizzano l’attività ed espongono le casse pubbliche a forti risarcimenti economici. Da tali atti deriveranno sicuramente danni erariali che si spera verranno addebitati ai responsabili e che questa volta non dovremo dire ‘tanto paga pantalone’. Adesso si deve con immediatezza ripristinare una situazione di legittimità nella gestione dell’ADSU di L’Aquila a cominciare dal corretto conferimento dell’incarico da Direttore.