Una nomina che, a detta del vicepresidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Giovanni D’Amico potrebbe risultare legittima, perché Palmieri riveste un incarico conferito con un iter amministrativo non conforme alle previsioni di legge.
“L’ingegner Palmieri – spiega meglio il politico – è stato assunto nel 1985 come funzionario nella ex comunità Montana Sangro Vastese per poi essere, dopo soli tre anni, inquadrato come dirigente di primo livello con attribuzione dell’indennità di coordinamento all’interno dello stesso ente”.
Palmieri, spiega d’Amico, inoltrò un ricorso al Giudice del Lavoro del Tribunale di Lanciano, per la mancata corresponsione di arretrati ed indennità relativi alla sua qualifica dirigenziale da parte dell’ente Montagna Sangro Vastese. Ma fu a quel punto che, con una verifica da parte della Struttura speciale del Controllo Ispettivo Contabile della Regione Abruzzo, si rilevò l’esistenza di alcune irregolarità.
Nel parere del Comitato, infatti, l’inquadramento di Guglielmo Palmieri sarebbe avvenuto “senza il rispetto delle necessarie modalità di accesso alla qualifica dirigenziale stabilite dai CCNL e dall’ordinamento vigente”, in particolare senza alcuna previsione in pianta organica di posti dirigenziali, senza aver maturato il requisito minimo di servizio e senza espletare nessun concorso. Pertanto la corresponsione di arretrati ed indennità non furono ritenute dovute.
“Ora – lamenta D’Amico -, dato il contenzioso in essere con la Regione Abruzzo il presidente Chiodi dovrebbe revocare la nomina appena effettuata al fine di evitare eventuali danni finanziari di impatto sul bilancio della Regione”.
Da qui l’interpellanza che il vicepresidente ha inoltrato proprio oggi, in quanto, come sottolineò all’epoca il controllo, “l’eventuale fondatezza delle irregolarità segnalate potrebbe comportare un danno finanziario con possibile e futuro impatto sul bilancio della Regione”.