Così in una nota la responsabile giovanile di Giustizia Sociale, Serena Tacconelli, che ha aggiunto: “Dichiarare pubblicamente, proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione di un convegno contro la violenza di genere, che: ‘Ho incontrato tre o quattro signore (che hanno denunciato D’Agostino) e non sono venute a chiedermi le scuse o di sostenerle psicologicamente: mi hanno chiesto con arroganza la casa perché l’avevano chiesta all’assessore (…)’ è qualcosa di vergognoso che scredita fortemente, ancora una volta, l’immagine della città di Chieti e mette inevitabilmente in imbarazzo l’intera cittadinanza che sicuramente non potrà riconoscersi in queste sue affermazioni. O il sindaco non si rende conto delle parole che usa oppure considera la donna in cerca di aiuto come un peso e un disturbo per la sua amministrazione. Dire che le donne, coinvolte nella vicenda D’Agostino, non si sono degnate di chiedere scusa ma anzi hanno continuato ad insistere, con una certa arroganza, a pretendere un’abitazione sembra quasi voler sottolineare che si sono meritate quanto è accaduto loro. Se quanto dichiarato è stata solo la sua solita caduta di stile derivata probabilmente dalla voglia di difendere il suo assessore e non quella di avere una visione oggettiva del problema in tutta la sua gravità allora chiarisca. Altrimenti faccia un atto di umiltà e chieda pubblicamente scusa”.