E’ quanto deciso oggi dal Consiglio comunale di Pescara che ha approvato, con 21 voti a favore e soli 2 astenuti, le tariffe della Tassa sui rifiuti e servizi con un emendamento ‘Robin hood’ sottoscritto da maggioranza e minoranza.
Per la prima volta, dunque, il tributo verrà pagato a fronte di un servizio realmente erogato e secondo il principio che chi più inquina più paga.
Nella stessa seduta, è stato approvato anche il Piano Finanziario della Attiva per il 2013.
“Il Piano Finanziario” commentano gli assessori alle Finanze Massimo Filippello e all’Ambiente Isabella Del Trecco “elenca tutte le attività che la Attiva svolge nel corso dell’anno, dunque non semplicemente la raccolta e il conferimento del pattume, ma anche i servizi di pulizia della città, spiagge libere, la raccolta delle deiezioni canine, la derattizzazione, la disinfestazione, lo smaltimento delle carcasse degli animali, la pulizia delle aiuole, la gestione delle emergenze, la bonifica periodica di alcune fontane cittadine. Servizi che complessivamente determinano una spesa pari a 16milioni 126mila euro. Dalla raccolta differenziata effettuata da una parte della città, ovvero dalla vendita del materiale differenziato, ricaviamo un’entrata pari a 726mila euro; la remunerazione di Attiva è pari a 15milioni 400mila euro, cui si aggiungono altri 8milioni 383mila euro di costo di trattamento e smaltimento in discarica e 2milioni 386mila euro di costi amministrativi, per una spesa complessiva di 26milioni 170mila euro che corrispondono al gettito della Tares, ovvero è la somma che dovremo coprire interamente attraverso la Tares”.
“In merito alla conduzione del servizio” ha aggiunto Del Trecco “ci sono poi alcune novità. A partire dall’emanazione, a breve, di un concorso per la stabilizzazione di almeno una parte dei precari dell’azienda. Tra qualche mese, inoltre, apriremo la seconda ricicleria mobile per servire la zona nord della città, su un terreno dell’Ana”.
Subito dopo il Consiglio è passato a esaminare la delibera sulle tariffe Tares.
“Per giungere alla copertura dei 26 milioni 170 mila euro” spiegano “abbiamo avanzato un’ipotesi tariffaria dividendo, innanzitutto, le utenze in due maxi-categorie, domestiche e non. La tariffa per ciascuna categoria sarà composta da due voci, quella dei costi fissi e quella dei costi variabili. Per quanto riguarda le utenze domestiche, la tariffa variabile dipende esclusivamente dal numero dei componenti il nucleo familiare: più persone ci sono in un’abitazione, più producono rifiuti; i costi fissi sono determinati dalle superfici degli immobili. Per le utenze non domestiche, invece, sia la tariffa fissa che variabile sono riferite oltre che alla categoria assegnata, e ne sono state individuate 30, anche alle superfici. Su tale base abbiamo stabilito dei coefficienti di calcolo, che sono inferiori rispetto a quelli inerenti la Tarsu: sei le categorie per i nuclei familiari; 30 quelle per le utenze non domestiche. In aula abbiamo rimodulato le tariffe proposte tenendo conto innanzitutto della riduzione delle spese della Attiva per 165mila euro. Poi, il Decreto Ronchi, nell’assegnazione dei coefficienti, ha previsto un intervallo tra un massimo e un minimo: inizialmente la maggioranza di governo aveva applicato un coefficiente medio su tutte le categorie, mentre il Consiglio comunale ha ritenuto di diversificare tali coefficienti, approvando un emendamento al fine di applicare il coefficiente massimo alle Banche e agli Istituti di credito e il coefficiente minimo alle altre categorie merceologiche di vicinato, ossia attività artigianali tipo botteghe, parrucchiere, barbiere, estetista, ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio, banchi di mercato generi alimentari, venendo dunque incontro alle attività che maggiormente hanno risentito della crisi economica”.