Chieti, Giustizia Sociale chiede un confronto pubblico per ripristinare la verità sul Teatro Marrucino

teatro_marrucinoChieti. “Da anni la questione Teatro Marrucino è circondata da una fitta nebbia. Verità e false verità si susseguono a ritmo incalzante ma alla fine c’è solo un’unica certezza: dove sono finiti il Teatro, l’orchestra e gli orchestrali? Cosa è successo in questi anni e cosa c’è di vero nelle dichiarazioni rese dai tanti personaggi politici e non che si sono susseguiti nelle trascorse amministrazioni? Hanno parlato di un teatro collassato dai debiti, di stagioni teatrali troppo onerose, di graduatorie dubbie ma c’è anche qualcuno che afferma il contrario”.

Così in una nota la segretaria cittadina di Giustizia Sociale, Lorella Serano, che aggiunge: “Allora, visto che il Teatro rappresenta una ricchezza per la città ed è simbolo stesso della cultura cittadina crediamo che sia arrivato il momento di ristabilire la verità; lo chiedono le istituzioni, le forze politiche ma soprattutto i cittadini, veri proprietari di questo patrimonio. A questo punto riteniamo necessario chiedere al sindaco Umberto Di Primio di promuovere un confronto pubblico invitando Di Stefano, Bigi, Rendine, Raimondi, l’ex sindaco Ricci, Francesco Di Vincenzo, Zappacosta, Di Iorio e tutti coloro che in questi anni hanno partecipato politicamente e amministrativamente alla vita del teatro, e anche chi in qualche maniera ha fatto parte della sua gestione, per ripristinare la verità. Questo confronto è un atto dovuto ai cittadini disorientati dal continuo scaricabarile delle responsabilità delle gestioni fallimentari che si sono succedute negli ultimi 15 anni in seno agli incaricati dell’amministrazione pubblica del capoluogo teatino e doveroso per la storia di una città sempre più in ginocchio dal punto di vista culturale, auspicando che quest’invito a far riaffiorare il vero venga accolto dal primo cittadino, perché se ci sono delle responsabilità gestionali qualcuno ne dovrà rispondere. Anche perché sono in molti a chiedersi se un teatro che non fa più produzione, che non ha un’orchestra propria e che si limita a mettere in scena solo spettacoli di medio livello può ancora definirsi tale. Siamo convinti e abbiamo più volte ripetuto che la politica e le istituzioni non devono entrare nella gestione del teatro ma devono chiarire una volta per tutte se il Marrucino è considerato ancora il fiore all’occhiello culturale della città o un peso economico che ha il sapore di spina al fianco di ogni amministrazione teatina”.

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