Non saranno le risorse idriche tra le competenze dell’ex Prefetto, ma di sicuro, la sicurezza ed il terremoto si.
“Stiamo scontando una crisi economica molto importante” ha detto “ma credo che il tema delle risorse debba occuparci e preoccuparci il giusto, nel senso che esiste pur sempre un territorio e delle collettività che hanno bisogno di risposte. Quindi noi non dobbiamo abbassare la guardia e comunque in questo non abbassare la guardia abbiamo bisogno del concorso di tutti. Io continuo a sostenere che un maturo sistema di protezione civile è un sistema nel quale i cittadini sono i principali attori. Non possono essere i cittadini sempre gli utilizzatori finali di un’attività messa in capo ad altri. I cittadini sono i beneficiari ma gli attori primi di un sistema di protezione civile. Quindi l’ informazione, la formazione, la consapevolezza sono alla base di un sistema nel quale non vi e’ un consumatore di sicurezza ma tutti noi siamo operatori di sicurezza”.
Parlando, poi, del terremoto, ha aggiunto che rimane “una ferita ancora aperta, non solo visibile nelle macerie, nella distruzione, ma anche nel tessuto sociale. Questo molto spesso rende i rapporti più complicati e più difficili”.
“I PIANI DI EMERGENZA RESTANO NEI CASSETTI”
“I piani di emergenza contro terremoti e alluvioni rimangono nei cassetti impolverati” ha aggiunto Gabrielli. “Quando si verificano emergenze ambientali alla Protezione civile viene chiesto di fare presto, mentre noi vorremmo dire ‘fate prima’, perchè la prevenzione è l’unica misura vera di gestione delle emergenze. La pianificazione dei rischi non può più attendere. In alcune aree del Paese lo stato delle reti è da paese in via di sviluppo. Le reti del servizio idrico, elettrico e del gas non possono non essere poste all’interno della pianificazione del rischio e delle emergenze. La collaborazione con soggetti come Federutility è indispensabile, dobbiamo fare prevenzione facendo sistema, in modo da accrescere il livello di resilienza del nostro territorio”.
Alle parole di Gabrielli si associano quelle del Sottosegretario alle Infrastrutture Erasmo D’Angelis. “Ammontano a 5 miliardi all’anno, dal 1945 ad oggi, i costi economici delle riparazioni e dei risarcimenti per alluvioni e terremoti, costi cui si aggiungono quelli drammatici delle vittime: è un costo pazzesco, soprattutto perché la prevenzione costa meno. Siamo tra i paesi più esposti a questi rischi, dobbiamo mettere in sicurezza il territorio e dobbiamo fare presto. I primi 300 milioni stanziati dal governo con il decreto edilizia per i Comuni sono un primo segnale di una nuova prassi”.
Il sottosegretario ha poi annunciato che nella legge di stabilità saranno previste per il sistema idrico “le prime risorse di sostegno da affiancare a quelle fondamentali della tariffa per garantire un servizio universale efficiente a tutti gli italiani”.
Al convegno è stato poi presentato il primo manuale su acqua e terremoti per gli operatori del servizio idrico, a cura di Federutility. In caso di sisma, infatti, le reti di approvvigionamento possono subire gravi danni, mettendo a repentaglio la distribuzione per le popolazioni.
CIALENTE: “RIFARE LE RETI IDRICHE NON PORTA VOTI”
“L’Aquila consuma acqua come quando era completamente abitata, segno che la nostra rete sotterranea è lacerata” ha detto il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente. “Con il terremoto si è danneggiata. Ma abbiamo anche ritardi gravi sulla depurazione e sullo stato dei nostri fiumi. Quando piove si rischia il dissesto totale. É arrivato il momento perché nasca un movimento per chiedere risorse da spendere in opere straordinarie per infrastrutture, in particolare sull’acqua. Significa messa in sicurezza del territorio, centinaia di imprese a lavoro, ripresa economica e aumento della domanda. Un’opera che puó durare dieci anni, da scorporare dal patto. Spero che parta questo dibattito nazionale, anche se sono cosciente che rifare la rete idrica non porta voti, meglio fare i marciapiedi”.
LA POLEMICA
Il M5S L’Aquila si schiera fermamente al fianco dei “Movimenti per l’Acqua Pubblica” impegnati nella contestazione al Festival dell’Acqua che in questi giorni, dopo Genova 2011, vive la sua seconda edizione a L’Aquila. A renderlo noto è la senatrice Enza Blundo.
“La manifestazione che, tra dibattiti, convegni e spettacoli, sembrerebbe volta a celebrare il valore dell’oro blu, rappresenta il tentativo degli organizzatori di ripulire la propria immagine ed è volto a distogliere l’attenzione dalle loro responsabilità riguardo alla mercificazione di tale bene. L’evento è infatti organizzato da Federutility, cioè la Federazione di una serie di Società quotate in borsa (Iren, Acea, Hera, Veolia…) non aventi nulla a che fare con la gestione pubblica delle risorse idriche e il cui unico interesse riguardo a l’Acqua è piuttosto quello di speculare. Tale attività risulta a nostro avviso in totale contrasto con i recenti referendum del 2011, grazie ai quali è stato ribadito che l’Acqua è un Bene pubblico inalienabile su cui deve essere impedita ogni forma di profitto! Sin da subito tra l’altro proprio Federutility si è attivata contro gli stessi questi referendari e oggi si adopera per la non attuazione dei relativi esiti, calpestando la volontà di 27 milioni di cittadini. I nostri amministratori, anziché impegnarsi nella salvaguardia della volontà popolare e della democrazia, pur di non rinunciare all’ennesima passerella mediatica, né tantomeno alla possibilità di spalleggiare le Multiutility in questione, hanno permesso che L’Aquila diventasse teatro di questa ulteriore presa in giro per la cittadinanza concedendo il patrocinio alla manifestazione”.