Chieti. “L’interrogazione urgente che ho presentato non ha alcun intento diffamatorio. Non mira affatto a screditare l’ente provincia che vorrei preservato, salvaguardato e rilanciato nell’ambito dell’arco istituzionale Italiano a dispetto di quanti lo vorrebbero sbrigativamente cancellato dalla carta Costituzionale. Non è un azione di ‘sciacallaggio’ ma animato dal più fedele e lecito buon senso”.
Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, sull’interrogazione da lui presentata tesa a chiedere chiarezza su quale soggetto ha la responsabilità di vigilanza al Palazzo della Provincia dove è presente anche la Prefettura.
“La ragione – prosegue D’Amico – è legata a due fatti essenziali ossia: la conclusione della vigilanza al palazzo della provincia affidata ad una ditta esterna, “Lele Security” di Atessa, in luogo di quella storica affidata al personale della Pubblica Sicurezza una volta svolta dagli agenti distaccati presso la Prefettura; la sorveglianza attualmente svolta dagli agenti della Polizia Provinciale già largamente insufficienti come unità operative rispetto alle naturali funzioni cui, per istituzione, sono delegati. Nelle premesse dell’interrogazione ho menzionato la nostra contrarietà allorquando, l’amministrazione di Centro – Destra a guida Udc, affidò la sorveglianza ad una ditta privata, in luogo di quella consolidata pubblica, perché apparve un gesto di generosità rispetto al fatto che si dichiarava, a più voci ed in maniera reiterata, che l’Ente era in condizione di gravissima situazione deficitaria e finanziaria.
Per noi era opportuno mantenere il consolidato assetto di sempre. Nell’interrogazione, tra le ipotesi a mio avviso perseguibili ed attuabili, ho menzionato la possibilità di poter concedere una breve proroga alla ditta in servizio, laddove l’amministrazione intendesse adire una nuova gara per la sorveglianza, fermo restando che noi gradiremmo tornare alla vecchia sorveglianza affidata agli agenti della Pubblica Sicurezza distaccata presso la locale Prefettura. Il nostro auspicio è che presto si evidenzi una scelta chiara lasciando gli agenti della Polizia Provinciale adempiere al loro naturale ruolo di vigilanza e sorveglianza del territorio in un periodo in cui il lavoro aumenta considerevolmente in ragione dell’avvenuta apertura della caccia. Non vorremmo che, per ragioni diverse e legate a rivalse di altra natura, l’amministrazione abbia prodotto una scelta frettolosa e sbrigativa che non giova certamente alla pur necessaria vigilanza del palazzo provinciale. La fretta, talvolta, risulta cattiva consigliera!”.