La mozione, approvata all’unanimità nell’ultima seduta di Consiglio, è una presa di posizione chiara nei confronti della bozza di regolamento di riorganizzazione del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali che prevede la soppressione di 11 direzioni territoriali del lavoro, tra le quali è ricompresa quella di Chieti secondo una serie di criteri che peraltro non possiede. Quest’ultima verrà incamerata sotto la Direzione più vicina, dunque quella della Provincia di Pescara, con una compromissione delle attività istituzionali di competenza, tra cui quella di coordinamento delle funzioni ispettive.
A riguardo afferma il presidente Di Giuseppantonio: “Che il territorio provinciale di Chieti debba avere un ufficio presidio privo di autonomia funzionale significa andare incontro ad un vulnus nel sistema lavoro inaccettabile: abbiamo bisogno un ufficio periferico del Ministero del lavoro che sia in grado di funzionare a pieno regime e dotato di autonomia – precisa Di Giuseppantonio – Stiamo parlando della provincia più popolosa della regione con quasi 400.000 abitanti, con il più elevato numero di posizioni contributive attive della regione Abruzzo e il più alto numero di addetti, che presenta una elevata conflittualità nei rapporti di lavoro e di criticità nel tessuto sociale. Non solo, è presente sul territorio la più grande area industriale metalmeccanica del centro sud Italia e una cospicua presenza di settori produttivi cruciali per l’economia nazionale e regionale. Entrano in gioco autorizzazioni, certificati di lavoro, funzioni ispettive e di vigilanza, attività di conciliazione che non possono subire rallentamenti”.
E conclude “Invito tutti i 104 Sindaci della provincia a condividere la mozione e a fare rete attorno alla Direzione Provinciale di Chieti per scongiurarne il declassamento. Non possiamo accettare le conseguenze di una spending review miope, dove sia sempre il nostro territorio provinciale a rimetterci”.