Chieti. “Il Consiglio Provinciale si riunirà, in seconda convocazione, il 26 settembre prossimo e già la maggioranza di centrodestra a guida Udc dà per approvato il piano triennale di contenimento del cinghiale. Nel frattempo è convocata la commissione consiliare Agricoltura, Caccia e Pesca che dovrà audire le organizzazioni agricole e le associazioni ambientaliste prima della successiva discussione ed approvazione, sempre eventuale, in Consiglio Provinciale”.
Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camilo D’Amico, che aggiunge: “Dare per scontato che già tutto è stato approvato rappresenta una dubbia prova di coraggio rispetto al fatto che, la prima seduta consiliare, è saltata per mancanza di numero legale non certo imputabile all’assenza dei consiglieri di centrosinistra presenti nella loro quasi totalità! Probabilmente, la fretta di dare un annuncio ‘choc’ ai cittadini in attesa di qualche segnale concreto, è stata tanto forte da far apparire una decisione ancora d’assumere come già fatta pur di coprire un ritardo incolmabile rispetto a scelte che vedono la provincia di Chieti maglia nera nell’intera regione Abruzzo! La provincia di Chieti per ben quattro lunghi ed interminabili anni non ha fatto nulla sul problema dei cinghiali favorendone il considerevole aumento di numero sull’intero territorio, dei danni prodotti alle produzioni agricole ed alle autovetture e rendendosi complice del vergognoso fenomeno del bracconaggio che, di fatto, ha reso la caccia possibile per l’intero anno solare! Le ragioni sono storiche e note: il dazio elettorale da pagare a quella parte del mondo venatorio che li ha sostenuti alle elezioni regionali del 2008 e provinciali del 2009 ben rappresentato dal consigliere delegato Giovanni Staniscia impermeabile ad ogni suggerimento e/o sollecitazione sia pervenuto da altro mondo cui non è legato. Nel merito dei contenuti del piano ‘triennale’ faremo conoscere le nostre valutazioni solo dopo le audizioni, la discussione in aula ed alla sua, eventuale, approvazione. Abbiamo sin qui apprezzato il positivo parere complessivo espresso dall’Ispra ma non possiamo sottacere che la caccia al cinghiale si farà per l’intero anno certo in maniera controllata ma solo con cacciatori che abbiano particolari attitudini (seleconcontrollo); lamentiamo la totale esclusione di tutti gli altri che, pur facendo parte di squadre censite, siano esclusi dall’azione di contenimento di un territorio che conoscono alla perfezione. La tristezza è che abbiano perso quattro lunghi anni senza fare niente pur avendo bloccato un piano programmato e condiviso redatto dal centrosinistra cui avevano assunto l’impegno di proporne un altro entro un mese! Non vorremmo che la fase ‘B’ del piano non risulti solo fumo negli occhi per la pubblica opinione, come già avvenuto la parte ‘A’ di natura emergenziale, non avviata tempestivamente perché il personale interno addetto, nel frattempo, prese le ferie!”.