Ateleta. L’ordinanza del sindaco che prevede il pagamento dei campi da tennis e di calcetto, non è affatto piaciuta a molti cittadini, tant’è che nei giorni scorsi qualcuno ha inviato un’accorata lettera di protesta al primo cittadino.
Quando si decide di amministrare un centro abitato, composto da poche anime, si dovrebbe legiferare per incrementare servizi e strutture tali da rendere appetibile una zona a rischio da calo demografico. La vita economica stessa del Comune, è bilanciata ogni anno per sostenere i costi amministrativi, dalle risorse sempre più ristrette. La risorse più importanti, quindi, che rimangono nei piccoli centri risultano essere “gli Anziani con la loro Saggezza” e i “Ragazzi con la loro Vitalità” e sono proprio i giovani la più ricca delle risorse.
Gli spazi sempre più ristretti per le attività ricreative dei ragazzi, a causa della crescita delle unità abitative, non consentono uno svolgimento delle attività ludiche in tutte le città, ma la fortuna che vanta la comunità di Ateleta è avere un parco di vaste dimensioni e infrastrutture sportive gratuite. Già, ma questo fino a poche settimane fa, quando un’Ordinanza Comunale ha reso queste infrastrutture “a pagamento”. Dare ai giovani la possibilità di usufruire di strutture sportive comunali, realizzate appositamente per loro peraltro con denaro pubblico versato dai contribuenti, consente agli stessi una perfetta integrazione sociale ma soprattutto favorisce l’unione generazionale con i giochi di gruppo.
Il rischio che le strutture restino inutilizzate per i costi insostenibili decisi dal Comune, (15 euro/ora il giorno, 20 euro/ora la sera) soprattutto per gruppi di 2/4 ragazzi e in questo momento di crisi, è inevitabile, e aumenta il rischio di asocialità tra i ragazzi per la perdita di punti di riferimento e aggregazione, facendo preferire loro lo stazionamento presso le abitazioni piuttosto che all’aria aperta con ripercussioni negative per lo sviluppo sociale. Non dimentichiamo anche il fattore rischio, qualora si giochi in strada, o nel caso i giovani vadano a valicare recinzioni abitative private per recuperare il pallone, situazioni che mettono a repentaglio la loro incolumità. Queste le motivazioni alla base della lettera a firma di Michele Di Franco, e condivisa da moltissimi cittadini, che auspica una maggior sensibilità verso le problematiche e le esigenze reali del paese e delle generazioni future.
Emilio Ammaturo