“Un numero così basso” commenta l’Udu “è dovuto all’alto numero di riconferme di posti letto fatte dagli studenti già residenti presso la Residenza Campomizzi, il che la dice lunga su che significato abbia la Residenza per la popolazione studentesca, sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista economico, e su come gli studenti stessi vogliano che la Campomizzi rimanga come residenza universitaria pubblica. Nell’evidenziare il dato importante delle riconferme, l’Udu non può che chiedere un ampliamento dell’offerta per quanto riguarda i posti letto pubblici. Lo scorso anno le domande di posto letto furono circa 600, se questi numeri fossero confermati la disponibilità registrata non sarà assolutamente in grado di soddisfare il bisogno abitativo degli studenti. Un primo segnale verso l’ampliamento potrebbe essere quello di prevedere, come da accordo di programma, la gestione pubblica da parte dell’ADSU della Residenza San Carlo Borromeo; un ulteriore iniziativa potrebbe essere il ripristino della residenzialità diffusa da parte dell’Adsu. L’Unione degli Universitari sottolinea come le politiche a favore della residenzialità pubblica, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, siano l’unico strumento per aiutare la popolazione studentesca in cerca di un alloggio a L’Aquila; non sostenerle sarebbe un danno per tutto il sistema Città-Università”.