Pescara. Dopo la consegna dell’uomo che scrisse la lettera minatoria, il capogruppo Fli Pignoli chiede la revoca della scorta per il sindaco Mascia. Sono 3, più una riserva, i vigili urbani a protezione del primo cittadino dopo le minacce del 2011.
Era stata istituita nel 2011 la scorta personale a protezione del sindaco Luigi Albore Mascia, dopo che un pregiudicato gli scrisse una lettera di minacce, legata l’autorizzazione per il banco del mercato negata alla suocera del 44enne. Tre agenti di polizia municipale, più uno di riserva, furono nominati a guardia di ogni spostamento del primo cittadino, protetto anche in strada da un’auto blu.
Poche settimane fa, però, Maurizio Longo (in foto) si è costituito direttamente davanti alle porte del carcere di San Donato, dove era atteso da mesi per altri reati. Latitante fino al 18 giugno scorso, ora Longo è assicurato alla giustizia, e per questo il capogruppo Fli in consiglio comunale Pignoli chiede la revoca della scorta di Mascia. “Alla luce dell’arresto di Longo”, sottolinea il finiano, “credo siano dunque terminate le esigenze cautelative per la scorta al primo cittadino”. “Dove sta scritto dunque”, aggiunge Massimiliano Pignoli, che ha preparato anche una lunga lettera di richieste per il Prefetto, “che gli agenti della polizia municipale debbano continuare ad effettuare il servizio di scorta, considerando che potrebbero essere impiegati in altri servizi di controllo del territorio, di gestione del traffico e lavori di ufficio”.
“Credo sia doverosa la revoca”, conclude il consigliere comunale, “Pescara non è né Napoli, né Roma, né Milano e tutti più o meno, fra consiglieri o assessori abbiamo ricevuto qualche minaccia, ma non per questo abbiamo avuto una scorta”.