Pescara. Il Comune presenta il conto (definitivo) al club biancazzurro: 380mila euro per affitti e danni all’Adriatico. Sebastiani minaccia l’abbandono alla città e il caso diventa politico. Il Pd: “Il sindaco reagisca alle minacce”.
Tra tacite proroghe e liti per i biglietti gratis negati, alla fine il Comune ha presentato il conto alla Pescara Calcio: il Consiglio Comunale ha approvato ieri un’ordine del giorno presentato dai consiglieri Di Nisio e Ranieri con cui si chiede al sindaco ed alla Giunta di “esercitare tutte le azioni possibili per recuperare il credito di circa 400.000,00 che il Comune vanta nei confronti della Delfino Pescara S.r.l”.
Un “circa” tradotto in 80mila euro di canoni non versati per i magazzini dello stadio e 300mila euro di risarcimenti per i danni arrecati all’impianto durante i festeggiamenti cittadini della sera in cui il Pescara vinse a Genova contro la Sampdoria e conquistò la serie A.
“Con l’atto di oggi”, ha commentato a caldo il presidente della commissione Finanze Renato Ranieri, “in pratica si è accertata la grave inadempienza della Pescara Calcio e cosa ancora più importante è che ne prende atto anche il sindaco che ha votato l’Ordine del giorno, finalmente”. Questa la novità di ieri, la presa ufficiale di posizione del sindaco, fin troppo accusato dall’opposizione di essere più tifoso che garante dell’interesse della cosa pubblica, che poco o niente ha precisato sulla questione da quando, a settembre scorso, fu sollevata.
Non si è fatta attendere la (solita) risposta del numero uno del club “pinnato”, Daniele Sebastiani, che come un anno fa è tornato a minacciare di portare via la squadra dalla città e di far giocare il Delfino fuori regione. Parole che sono bastate per rilanciare la tematica contabile-sportiva sullo sfondo della polemica politica. E’ i vicecapogruppo del Pd in consiglio comunale, Enzo Del Vecchio, a punzecchiare il primo cittadino: “Questa volta”, reagisce oggi, “sono convinto che il Sindaco Mascia non lascerà cadere nel vuoto la reazione scomposta e volgare che il presidente Sebastiani Daniele Sebastiani, ha rivolto nei confronti della Città di Pescara”. Per il consigliere Democratico, l’azione intrapresa dal Comune con l’Odg, per recuperare i debiti vantati, obbliga la Pescara Calcio a null’altro che ad un suo dovere: “Un dovere”, sostiene Del Vecchio, quello di corrispondere i canoni di utilizzo di una struttura comunale e di sostenerne le aggiuntive spese per danni arrecati, che non sembra rientrare nel codice etico/comportamentale della dirigenza della società Delfino Pescara 1936”.
E come se non bastasse il loquace presidente Sebastiani minaccia nientemeno di portare la squadra fuori dai confini regionali così denotando gravi lacune nel rispetto che si deve nei confronti di una Città a cui appartiene quel sodalizio a prescindere dalla “temporanea” gestione societaria. E invece Sebastiani svicolerebbe dai propri obblighi ribattendo con le minacce: “Una minaccia”, tuona ancora Enzo Del Vecchio, “che non è nuova a questo presidente che, evidentemente, gioca sul terreno molle di una amministrazione comunale che ha concesso in passato licenze verbali, oltre che concessioni del patrimonio comunale senza alcun atto convenzionale, che mai nessun altro avrebbe accordato”. “La misura, ora, è definitivamente colma”, tuona infine il rappresentante del Pd, “e mi auguro che il sindaco Mascia abbandoni il silenzio ed i tatticismi di rito intorno ad un piatto di cozze e difenda l’appartenenza del sodalizio della società sportiva alla città di Pescara e pretenda il rispetto del principio/diritto di equità per tutti i suoi amministrati, singoli o associati, nel sostenere l’utilizzo del patrimonio pubblico comunale senza distinzione di blasone, ceto o razza”.