Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Apprezziamo il suo tardivo sforzo nel tentare di riaccendere un attenzione istituzionale verso la parziale riconversione produttiva dell’ex stabilimento della Golden Lady di Gissi che va contestualizzata con la mai riconosciuta area di crisi a tutto il distretto industriale della Valsinello. Condividiamo il tentativo di riavere un tavolo romano presso il Ministero delle Attività Produttive (Mise) ma dubitiamo fortemente sulla riuscita e sull’efficacia. Troppa acqua è scorsa sotto il ponte della disperazione dei lavoratori. Troppe zone d’ombra restano sui contenuti di un accordo che sembrava risolutore per il destino di 370 lavoratori tanto che, qualche partito politico, pensò bene d’intestarsene il merito affiggendo manifesti di giubilo su tutto il vastese. Noi non c’eravamo. Alla richiesta di maggiore chiarezza fummo anche tacciati di essere scocciatori e….contro un risultato positivo. Nonostante tutto abbiamo lavorato perché ogni cosa procedesse bene sia per la Silda Invest (calzaturiero) che per la New Trade (riciclo e lavorazione indumenti usati). Non è andato come avremmo voluto ma non possiamo essere paragonati, in termini di responsabilità, a chi è al governo di provincia e regione. Prima di chiedere il tavolo ministeriale bene sarebbe verificare in loco perché il progetto di riconversione è parzialmente fallito. Ci sono responsabilità di chi, a livello istituzionale, ha sottoscritto l’accordo prendendo impegni operativi per la sua attuazione che poi non ha rispettato. Questo non è il momento dello scaricabarile ma della chiara assunzione di responsabilità. Noi lo faremo presto ed in maniera chiara promuovendo un pubblico incontro, alla presenza dei soggetti interessati e facendo proposte. Di Giuseppantonio – conclude D’Amico – farebbe bene a convocare un tavolo di confronto in loco per fare una analisi severa prima di andare a Roma ed emettere l’ennesimo comunicato stampa”.