Ha spiegato in una nota il Movimento 5 stelle aquilano, che sottolinea “Un segnale inconfutabile: voglia di stare insieme, di condividere qualcosa, ma gli unici locali disponibili sono caffè, birrerie. Da queste attività gli anziani, i più piccoli rimangono fuori. Non esistono più spazi all’aria aperta, un campetto dove improvvisare una partita di calcio, centri sociali per fare dibattiti, una partita a carte, corsi (l’unico luogo sarebbe Piazza D’Arti). Non c’è più la possibilità di scegliere e in molti preferiscono starsene chiusi nelle abitazioni del progetto C.A.S.E. o scegliere come luogo di passeggio il centro commerciale L’aquilone. Se all’inizio tutto ciò poteva sembrare l’unica via d’uscita oggi sta diventando la norma e non si può permettere la frammentazione del tessuto sociale, a fronte dell’aumento dell’uso di psicofarmaci, alcol e droghe. Le persone vengono assalite da un senso di frustrazione, fanno fatica ad uscire perché si sentono costrette a frequentare certi luoghi, quindi spesso evadono, scappano dalla città. Dario Verzilli, responsabile sociale di L’Aquila che vogliamo, ci ha presentato una soluzione, già pronta sarebbe solo da applicare, per la disgregazione che vivono gli aquilani. Il progetto si chiama: ricostruzione sociale. Gli abitanti delle new town hanno bisogno di punti aggregativi, i servizi devono andare dove vivono le persone. Dopo un censimento delle strutture libere, il progetto è stato pensato per il centro polifunzionale di Paganica (mai entrato in funzione) e l’ex Sercom di Sassa. Quest’ultima potrebbe ospitare la scuola elementare e media di Sassa (oggi inagibili), centri riabilitativi per disabili, poliambulatori medici, prestare primo soccorso ed essere un punto di raccolta (munito di acqua, coperte) in caso di terremoto (piuttosto che luoghi aperti sprovvisti di tutto), spazi a disposizione di associazione per qualsiasi attività (danza, aiuto compiti, corsi di lingua, laboratori musicali e/o pittura ecc). I fondi ci sono, molto spesso i fondi europei sono stati rimandati indietro per mancanza di proposte. I requisiti sembrerebbero esserci tutti, ma il comune pone dei veti sui luoghi. Se gli spazi proposti da L’Aquila che vogliamo non sono idonei perché l’amministrazione non propone delle alternative? Come Movimento 5 stelle – conlude la nota – chiediamo allo nostra amministrazione di dare in tempi certi risposte per concretizzare un progetto indispensabile per i cittadini.