Chieti. “A quanto pare con la primavera iniziano i primi risvegli dal letargo. Così, come d’incanto, riappare il consigliere Ricci che, ancora una volta, ha perso una occasione per tacere ed evitare l’ennesima brutta figura”.
Così il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, replica alle affermazioni del consigliere di opposizione, Francesco Ricci, in merito alle affermazioni relative alla gestione della crisi idrica.
“Noto con dispiacere, ma non mi sorprende – prosegue Di Primio – che delle cose fatte dalla mia amministrazione, comprese quelle necessarie a recuperare, quando è stato possibile, i danni procurati da lui e dai suoi accoliti, egli non ha conoscenza, né memoria, cosa normale per chi, quando aveva il mio ruolo, ha dimenticato i cittadini e la città in più d’una occasione. Quanto alle mie iniziative eclatanti (sciopero della sete contro l’Aca e quello della fame contro il Governo Monti), di cui lui parla, senza indugio tornerei a farle per la mia città ed i miei concittadini. Ricordo allo smemorato consigliere, che grazie a quelle mie prese di posizione forti, la scorsa estate l’Aca ha erogato più acqua in città, riducendo al minimo il disagio per i cittadini. Dunque, lo sciopero della sete è durato il tempo necessario ad ottenere quello che volevo, più acqua per Chieti. Quanto concerne lo sciopero della fame, fu il Ministro Patroni Griffi a chiedermi di sospendere la protesta, portando, dopo l’incontro avuto con me, all’attenzione del Consiglio dei Ministri il problema di ‘Chieti Provincia’. Quanto alla ironia circa il mio stato di salute dopo lo sciopero della fame e della sete, dice Ricci, riferendosi al mio stato fisico: ‘non mi sembra che attualmente sia molto sofferente’. Non posso che rispondere che io, facendo il sindaco, qualche chilo l’ho perso, altri mi sembra non abbiano avuta medesima sorte. Tornando al problema della rottura avvenuta lo scorso 21 marzo sulla conduttura dell’acquedotto del Giardino in località Torre de’ Passeri, devo stigmatizzare che il centro sinistra, come sempre avvenuto in questi anni di mio governo, sui problemi seri della città arriva tardi, impreparato, con argomentazioni sterili e strumentali. Come riconosciuto unanimemente, anche dagli organi di informazione, per primo ho provveduto a dare notizia della rottura e ad interessare immediatamente la Prefettura ed allertare la Protezione Civile. Chiedo a Ricci che assetò la città per giorni senza fare alcuna comunicazione: cosa avrei dovuto fare di più rispetto ad una rottura avvenuta non a Chieti ed in conseguenza della quale il flusso d’acqua è stato interrotto dalla sorgente? Quanto alla personale guerra all’Ato e all’Aca, preciso subito che è Ricci a far parte di quello che tutti chiamano il ‘partito dell’acqua’. La mia guerra nei loro confronti è mossa solo dalla volontà di far arrivare a Chieti più acqua così da evitare i problemi che da troppo tempo i cittadini devono sopportare. Ricordo al consigliere Ricci che lui ed il consigliere Febo, quando avevano ruoli di governo, la lotta all’Aca la facevano solo per avere un posto nel CdA di quello che non temo definire un carrozzone politico. Voglio poi ricordare, ad onor del vero, che non risulta rispondere a verità che tutte le scuole delle altre città della Vallata hanno sospeso l’attività didattica, infatti, solo alcuni Comuni hanno deciso di emettere l’ordinanza. Io non ho ritenuto di farlo perché vi possono essere stati in qualche caso disagi ma nessun problema di carattere igienico sanitario o d’incolumità pubblica, motivi per i quali avrei potuto chiudere le scuole. Altra fandonia è quella riferita da Ricci rispetto alle autobotti. Come è chiaramente scritto nel mio comunicato, considerato che l’Aca ci aveva assicurato la reimmissione di acqua nella rete sin dalla mattinata di venerdì 22 marzo, ho ritenuto sufficiente: rifornire le scuole di acqua potabile ed assicurarla anche alle famiglie che ne avessero avuto necessità, (all’uopo ho reso noti i numeri del responsabile della Protezione Civile e dell’assessore), assicurare alle strutture sanitarie pubbliche e private la disponibilità delle autobotti dei Vigili del Fuoco in caso di bisogno; ove l’emergenza si fosse protratta oltre venerdì, provvedere a reperire autobotti per la distribuzione dell’acqua in più punti in città. Orbene, come accade in tutte le emergenze ed in ogni cosa della vita, possiamo e dobbiamo migliorare, ma criticare quanto è stato fatto per attaccare me così sminuendo il lavoro dei volontari della protezione civile, la trovo una condotta per davvero sciacallesca. Infine, invito Ricci ad informare la Corte dei Conti di quanto accaduto ed a segnalare la spesa-danno erariale che nella mia condotta sarebbe ravvisabile. Per parte mia – conclude il sindaco di Chieti – alla Corte dei Conti ho segnalato che la giunta Ricci, per non aver pagato le fattura dell’acqua relative agli anni 2006, 2007, 2008 e 2009, ha fatto aggredire il Comune dall’Aca attraverso le ingiunzioni di pagamento e, poi, ha peggiorato la situazione incardinando opposizioni temerarie che, ad oggi, hanno prodotto milioni di euro di interessi moratori che i cittadini di Chieti dovranno pagare per colpa esclusiva della giunta Ricci. Vogliamo dunque parlare di acqua, di Corte dei Conti e di responsabilità degli amministratori attuali e passati, io sono pronto a farlo”.