Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Sollecitarlo rientra tra buone norme del buon padre di famiglia che dovrebbe animare ogni amministratore pubblico ad ogni livello. Emerge però strana questa sollecitazione se la si contestualizza con i contenuti della relazione che accompagna approvata in consiglio quando è stato deliberato il piano di riequilibrio finanziario pari ad 8.000.000 euro chiesto allo stato. In questa relazione è scritto che la capacità di riscossione è ferma al 18% con larghissime fasce di evasione non sempre fatto in buona fede. Questo piano porterà al massimo aumento delle entrate dirette dell’ente a carico dei cittadini (quota Rc auto, Ipt Tarsu). Il tutto potrebbe trovare un alleggerimento se si procedesse una profonda verifica dell’evasione oggi presente per gli accessi stradali, taluni dei quali neanche censiti, ai fitti attivi ove l’ente ha ceduto in locazione propri immobili. Se poi si procedesse anche ad una più attenta vendita degli immobili, dopo un oculata e concordata valorizzazione con i comuni, la situazione potrebbe trovare maggiore agibilità finanziaria senza tralasciare l’avviata verifica dei residui attivi e passivi. Stiamo raccogliendo proteste dal territorio, soprattutto dai Sindaci, in particolare per il paventato aumento della Tarsu. Noi, che il territorio lo conosciamo perchè ci siamo sempre stati, intendiamo verificare la possibilità di un concreto ripensamento di questa parte del deliberato. E’ però necessario garantire entrate certe pari all’importo finanziario che s’andrebbe a sottrarre dal piano di rientro. Una serrata lotta alla certificata evasione lo potrebbe consentire”.