Chieti, crisi Ops. Di Giuseppantonio assicura: ‘Nessuna chiusura’

enrico_di_giuseppantonioChieti. Non vi sarà alcuna chiusura dell’Ops, la società partecipata della Provincia, che si occupa della verifica degli impianti termini e dei sistemi informatici dell’Ente.

Parola di Enrico Di Giuseppantonio, che questa mattina è intervenuto ad una riunione di maggioranza alla presenza dei capigruppo e dei rappresentanti dei partiti che sostengono la maggioranza in Consiglio Provinciale.

Il presidente della Provincia ha parlato, piuttosto, di una “razionalizzazione delle spese, necessaria ad affrontare il piano di rientro a cui la Provincia aderirà per tornare alla normalità. Questo comporterà una maggiore oculatezza nella gestione della spesa pubblica dell’Ente, secondo quanto previsto ed imposto dalla Corte dei Conti e dal Ministero dell’Interno per gli Enti locali, che hanno fatto richiesta allo Stato per aderire al cosiddetto piano di riequilibrio finanziario pluriennale. La difficile situazione economica di predissesto generata dai debiti ereditati ed accentuata dai numerosi tagli dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione, ha costretto la Provincia, nello scorso 10 dicembre 2012, a fare richiesta per rientrare tra gli enti locali aderenti al piano di rientro frutto del decreto legge n.174 del 10 ottobre scorso, convertito in legge il 7 dicembre del 2012. Tra i provvedimenti previsti dal piano, c’è quello di contenimento delle spese e di revisione dei costi generali, tra cui quelli addebitabili alle società partecipate che saranno interessate da una rivisitazione dell’organico ed una verifica sull’efficienza e sull’efficacia delle attività svolte. Il salvataggio della OPS passa attraverso questo importante ulteriore processo di spending review. Giovedì 7 febbraio prossimo, in sede di Consiglio Provinciale sarà avanzato un emendamento sul ritiro della messa in liquidazione della Società in vista di una sua alternativa riorganizzazione ed ottimizzazione interna.


Il commento del capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale, Camillo D’Amico. “Il piano di rientro del debito disegnato dalla maggioranza ci è stato sinora solo esposto in commissione consiliare Bilancio dal dirigente Rodolfo Rispoli, dobbiamo ancora esaminarlo nel merito, fare le nostre controdeduzioni per poi discuterlo ed approvarlo in aula nella seduta di domani. Ovviamente così com’è c’è stato proposto, se non verrà modificato, prevedo un nostro convinto voto contrario. Per l’Ops vogliono consumare la liquidazione dando così terminale contezza ai tanti reiterati tentativi maturati allo scopo in questi anni da parte di diversi esponenti la maggioranza. Noi abbiamo sempre denunciato questa tendenza contrapponendo proposte serie che, piuttosto che chiudere e liquidare l’Ops, tendessero ad un suo sostanziale rilancio sia ampliando la gamma di servizi ed attività che allargare la base sociale ad altri soggetti pubblici e privati. Tutto questo senza mai dimenticare la possibilità di una fusione con l’Alesa (altra società partecipata e strumentale della provincia di Chieti) che con PescarAmbiente così come ventilato più volte anche dai presidenti Di Giuseppantonio e Testa. Poi è una previsione assurda e strampalata alla luce del fatto che, a Novembre 2012, questa stessa maggioranza, che oggi vuole liquidare l’Ops, ha presentato un progetto di rilancio all’ex commissario Bondi nominato dal governo Monti per l’applicazione dei rigidi dettami della spending review. Noi riteniamo che le economie non debbono consumarsi sulla pelle dei lavoratori ma tagliando e riducendo costi e sprechi, recuperando le sacche d’inefficienza, ottimizzando la lotta alla larga evasione fiscale e contributiva, migliorando l’offerta dei beni da vendere del patrimonio non utile agli scopi istituzionali, recuperando autorevolezza e credibilità dell’ente verso i cittadini e le altre istituzioni inesorabilmente perduti in questi anni di amministrazione di centrodestra alla guida dell’ente. Tutto questo avviene nel mentre abbiamo appreso che, nel 2012, l’ente ha sforato il rispetto del patto di stabilità per circa 2.500.000 euro che sostanzierà un pari taglio per il 2013 nei trasferimenti dallo stato con ulteriore aggravi dei problemi di gestione che già conosciamo. Tutto questo, almeno, non sarà imputabile a chi ha amministrato l’ente prima di loro ma solo alla palese incapacità che li ha contraddistinti”.

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