Casalincontrada, Montanaro su Consorzio rifiuti: ‘Non è bello avere certe conferme’

sergio_montanaroCasalincontrada. “Riteniamo ancor più oggi che la tristissima vicenda del Consorzio rifiuti e della controllata Consac sia ormai arrivata al capolinea. Questo avverrà non senza fare e lasciare danni oltre che per l’ingente ed ormai ingestibile debito, anche e soprattutto sotto il profilo occupazionale e ancor più temiamo ambientale”.

Così in una nota il capogruppo di Casale Futuro, Sergio Montanaro, che aggiunge: “Concordiamo, e del resto lo chiediamo da anni ed a gran voce, con quanto dichiarato dal rappresentante sindacale Miccoli: gestione dei rifiuti da commissariare. Il problema del debito non è solo quello dei due milioni di euro dei comuni morosi. Il problema è molto più vasto e il buco è molto più profondo di quello che si pensa. La gestione fallimentare del Consorzio e di Consac ha materialmente creato tutta la serie di problemi che oggi si evidenziano prepotentemente. Le clientele e lo sperpero di denaro pubblico hanno determinato tutto ciò. Dal 2004 si sono pagati progetti mai realizzati e che proprio per la loro non realizzazione oltre al costo economico per parcelle a professionisti ha sommato il pesante fardello della mancanza di strutture per il perseguimento degli obiettivi consortili. Si sono appaltati lavori ad imprese private senza che si sia mai arrivati a chiuderne alcuno. La stazione ecologica in corso di realizzazione a Fara dove sono stati spese ingenti somme pubbliche e manca la parte che dovrebbe mettere a disposizione il Consorzio dopo una ripartizione ai singoli comuni. Il fantasmatico stabilimento per il compostaggio, ancora solo nella mente di qualcuno, nel frattempo è costato alle casse circa 60.000 euro. L’ampliamento della discarica di Fara, progettato e non finanziato per l’impossibilità di realizzarlo, ha prodotto danni economici per centinaia di migliaia di euro e pochi giorni fa i progettisti si sono visti riconoscere in giudizio dopo decreto ingiuntivo, il credito di oltre 150.000 euro proprio per la progettazione, a cui il Cda del consorzio, con la Di Luzio, avvocato, come presidente, aveva fatto opposizione. Il forte ritardo, quantunque con tante risorse spese, dell’attuazione di un serio piano per la gestione post-chiusura, ha intanto drenato alle casse del Consorzio centinaia di migliaia di euro l’anno per la raccolta del percolato, augurandoci che non vi siano stati danni ambientali. Sino al 31 dicembre scorso, per legge, il capitolo per i rifiuti di ogni singolo comune doveva essere coperto almeno per il 75% dalla riscossione della Tarsu, quindi il problema legato al non pagamento dei comuni al Consorzio è molto più grave di quello che si può ritenere perché, dato che quelle somme erano e sono vincolate ad uno specifico utilizzo, anche e soprattutto i bilanci dei comuni morosi sono a rischio. Questo è il risultato di anni ed anni di gestione clientelare delle risorse pubbliche e di quanto pagato direttamente dai cittadini tanto da attirare l’attenzione dell’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori Codici. Come è giusto che sia – conclude Montanaro – se in altri momenti e con un po’ di umiltà e soprattutto onestà, si sarebbe potuto pensare di salvare questo consorzio, oggi siamo giunti ad un punto di non ritorno che si vorrebbe addirittura addossare al sistema Italia o alle tasse la responsabilità del fallimento di un sistema fortemente clientelare e politicizzato che è riuscito a distruggere una possibilità seria e concreta in un settore dove i privati fanno forti guadagni. Per tutto ciò e chissà cosa altro, non possiamo che essere per il commissariamento immediato come negli ultimi tre anni invocato a gran voce”.

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