Una galleria commerciale nel cuore del centro storico: Appello per L’Aquila dice no

LAquila_PiazzaDuomoL’Aquila. Un centro commerciale sotterraneo, con tanto di parcheggio da 500 posti auto, da realizzare, tramite project financing, sotto piazza Duomo. Un progetto il cui finanziamento ammonta a circa 36 mila euro e rispetto al quale il Comune ha 90 giorni di tempo per pronunciarsi.

Un no secco arriva dalla lista civica Appello per L’Aquila, che annuncia battaglia contro quella che definisce “l’ennesima grande opera inutile, l’ennesima grande speculazione ai danni di un tessuto urbano già devastato”.

Le ragioni sono diverse ed è la stessa lista civica a spiegarle in una nota. Anzitutto, la priorità assoluta è la ricostruzione. “A quasi quattro anni dal sisma, il centro storico è ancora una città fantasma. Le pratiche relative alla ricostruzione sono scandalosamente ferme, confinate in un limbo istituzionale, nella più totale incertezza: non si sa chi deve fare cosa, né quando e con quali modalità lo farà. Tanto è vero che, al momento, nessuno fa nulla. È tutto immobile. In una situazione del genere, si mette al centro un’opera mastodontica. Certo, sarà finanziata da privati, ma costa comunque alla collettività, in quanto consuma nostre risorse. Basti pensare alle risorse procedurali: ci saranno dei dipendenti comunali che dovranno istruire la pratica, elaborare ed affinare il progetto, approvarlo, poi dovrà essere elaborato il bando, si dovrà svolgere una gara, dovrà essere seguita la fase di esecuzione, probabilmente ci saranno delle controversie e dei contenziosi. In poche parole, il Comune avrà una bella gatta da pelare. Si pensi, inoltre, agli aggravi che la realizzazione del salotto sotterraneo comporterà alle attività di ricostruzione nell’area circostante Piazza Duomo: un cantiere di dimensioni spropositate andrà ad aggiungersi ai già numerosi cantieri che dovrebbero partire in zona, con tutte le inevitabili complicazioni legate al transito e lavoro dei mezzi in spazi già limitati”. L’intervento, poi, è “avulso da qualsiasi pianificazione e manca un’idea di città” e, quindi, “no alle grandi opere inutili. Sì alle piccole opere indispensabili”.

“Sia chiaro” si legge ancora nella nota “noi non siamo per l’immobilismo. Qui si parla in pompa magna di realizzare un salotto urbano sotterraneo sotto piazza Duomo, quando in periferia (dove, al momento, vive la quasi totalità della popolazione), mancano i marciapiedi, non si fa la manutenzione ordinaria delle strade e delle fognature, l’illuminazione notturna è del tutto carente, non c’è l’ombra di una panchina! Per non parlare dell’intollerabile assenza di piazze, luoghi di aggregazione, aree verdi attrezzate”.

Ancora, le ragioni della contrarietà stanno anche nel “rifiuto della strategia dell’urgenza e nell’adozione di effettivi strumenti partecipativi”.

“Per l’ennesima volta la partecipazione della cittadinanza alle decisioni fondamentali sul governo della città è resa, nei fatti, impossibile in virtù di una presunta urgenza tutta da dimostrare. La filosofia che fare subito’ ha già lasciato a questa città 19 new town ingestibili e un disagio sociale sempre più incontenibile. È ora di abbandonare le dinamiche emergenziali che giustificano qualsiasi iniziativa”.

 

 

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