Moscufo. L’imminente ricollocamento dei profughi, conseguente alla chiusura dei CAS di Montesilvano, tiene in allerta la comunità di Moscufo.
“Questo è un vero e proprio metodo coercitivo attuato dal proprietario dello stabile – continua nella nota il responsabile pescarese dopo aver effettuato un presidio sul luogo – ancora peggio se pensiamo che lo stabile, situato sulla ss 151, è abitato da diverse famiglie, tra cui un anziana signora che si è recata in lacrime dal sindaco di Moscufo chiedendogli di non essere messa in condizioni d’andarsene, non c è un vero e proprio sfratto nei suoi confronti ma che sicurezze possiamo garantire ad un anziana lasciandola sola in balia di 45 extracomunitari i quali fanno tutto tranne che scappare da una guerra? Nessuna ma d’altro canto alla cooperativa interessano i soldi, non far trascorrere una serena pensione alla signora. Oltre questo chi più porterà i propri figli nell’adiacente ludoteca sapendo che a due metri da questa ci saranno 45 extracomunitari di cui non sappiamo niente, se siano criminali spacciatori a quant’altro? Ma non solo, lo stabile in questione è privo anche di un sistema fognario adeguato per l’accoglienza di così tante persone”